L’era della robotica di massa è dietro l’angolo. Gli scenari descritti da Asimov in gran parte della sua opera letteraria sembrano sempre più imminenti . Dopo i robot emozionali , dopo i robot affettuosi e quelli socievoli arriva una macchina pensata per sostituire l’uomo nella preparazione del Ramen , piatto tipico del Sol Levante.
L’idea, peraltro non nuovissima , è venuta ad un sessantenne di Minami-Alps, proprietario del ristorante Momozono Robot Ramen , nella prefettura di Yamanashi. Yoshihira Uchida, questo il nome dell’inventore, dopo una vita passata nell’industria elettronica ha speso venti milioni di yen (151mila euro) per realizzare una macchina capace di miscelare i componenti principali del Ramen attenendosi alle disposizioni dei clienti, i quali possono impostare il proprio ordine attraverso un computer : “I clienti – spiega Uchida – posso scegliere tra più di quaranta milioni di combinazioni differenti”.
Nonostante abbia ottenuto nel tempo un certo appeal tra i residenti del luogo, questo Ramen Robot non è ancora in grado di seguire la cottura del piatto dall’inizio alla fine: i noodles le ultime rifiniture della pietanza sono ancora appannaggio degli esseri umani.
Il ruolo degli umani sembra avere in ogni caso i giorni contati: Uchida starebbe progettando un sistema per rendere autonoma e più snella la sua creatura. Non nasconde inoltre l’intenzione di voler creare un business intorno al suo Ramen veloce: “Voglio avviare la produzione su larga scala del mio robot – afferma Uchida – voglio lasciare la mia impronta sulla Terra”.
Se in Giappone c’è chi vuole lasciare il proprio marchio sulla Terra, in Italia c’è chi si adopera per la pulizia del nostro Pianeta . Un gruppo di ricercatori italiani ha progettato e costruito, sotto l’egida dell’Unione Europea (sponsor del progetto con 2,8 milioni di euro), un robot chiamato Wall-E DustCart che dovrebbe sostituire gli attuali operatori ecologici comunali nel mantenimento del decoro urbano.
Giorgio Pontico