La crescente schiera di robot quasi-umani si dovrebbe presto arricchire con Roboy , progetto di robo-assistente nato presso il Laboratorio di Intelligenza Artificiale dell’Università di Zurigo. Ambiziosi gli obiettivi dei ricercatori svizzeri, impegnati a sviluppare nuove tecnologie capaci di migliorare la robotica nel suo complesso.
Atteso al debutto entro marzo 2013 , Roboy è un robot alto 1,20 metri con i “tratti somatici” vagamente rassomiglianti un bambino, ma con la caratteristica ancora più peculiare di essere stato sviluppato a partire da una tecnologia motoria controllata tramite tendini.
I tendini artificiali a cui hanno lavorato gli scienziati svizzeri avrebbero la capacità di replicare i movimenti di un corpo umano, funzionando nella stessa maniera in cui i tendini organici connettono ossa e muscoli naturali nei vertebrati.
Roboy è progettato per servire da unità robotica tutto-fare al servizio delle persone, degli anziani e della più generale collettività umana, in maniera non dissimile da quanto stanno facendo le società impegnate nella robotica del Sol Levante.
Indipendentemente dall’utilizzo specifico di Roboy, a ogni modo, i ricercatori che lo stanno completando sperano che la sua tecnologia di tendini artificiali possa rappresentare un’impostazione per la robotica del futuro prossimo venturo.
Altra caratteristica unica di Roboy è il doppio canale di finanziamento scelto dai suoi sviluppatori, i quali hanno messo in vendita “spazi” sull’esoscheletro per brand ed etichette e si sono rivolti al crowdfunding per raccogliere il denaro necessario.
Alfonso Maruccia