Qualcuno ha fatto fatica a crederci , altri hanno sottolineato come la proposta avanzata dal disegno di legge 2485 non meriti nemmeno di essere commentata. Si è infatti parlato di una vera e propria “ferita estetica”, rappresentata da “quel -bis” che vorrebbe essere aggiunto all’articolo 21 della Costituzione del Belpaese.
Un gruppo di 16 senatori ha però firmato il ddl che vorrebbe inserire il diritto d’accesso alla Rete nella Costituzione italiana . La proposta lanciata alla fine di novembre dal giurista Stefano Rodotà pare aver trovato ascolto in Senato.
A guidare il gruppo dei firmatari, il senatore del Partito Democratico (PD) Roberto Di Giovan Paolo, che ha così presentato in aula il testo integrale del ddl che porterebbe l’articolo 21 all’integrazione di un 21-bis. “Tutti i cittadini hanno il diritto di accedere ad Internet”.
“Tale proposta contempla l’idea di inserire un articolo 21-bis nel dettato costituzionale per garantire l’accesso alla Rete Internet a tutti i residenti sul territorio italiano – ha spiegato Di Giovan Paolo agli altri onorevoli senatori nella sua relazione- partendo dall’assunto che l’accesso alle reti è diventato una componente essenziale della cittadinanza”.
“L’articolo formulato, composto da 27 parole frutto di un lungo lavoro svolto dal prof. Rodotà, a partire anche da un confronto con il prof. Tullio De Mauro, recita: Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale”.
Mauro Vecchio