Roma – Non sono andate giù al Garante per la privacy le affermazioni secondo cui l’attentatore dei supermercati, “Unabomber”, non sarebbe stato individuato perché nel supermercato del più recente incidente non erano state installate telecamere come misura a protezione della privacy.
In una intervista al Corriere della Sera, Rodotà ha affermato che “il pubblico ministero vuole imputare alla legge sulla privacy il mancato uso delle telecamere nel supermercato dove ha agito Unabomber. È un’affermazione assolutamente non vera. Quelle telecamere non funzionavano. Succede spesso. E altrettanto spesso succede che si usa la legge come alibi per coprire queste disfunzioni”.
Rodotà ha ribadito che invece si eccede nelle registrazioni video: “Ormai in Italia li usano tutti, in ogni luogo: Roma ha raggiunto i livelli di Londra. Ma anche nei piccoli comuni c’è un uso e un abuso di questi sistemi”. “In un supermercato – ha poi detto – devono servire per vigilare i furti, non possono essere usate per studiare i comportamenti consumistici dei clienti. E le immagine cancellate devono anche essere cancellate in fretta”.