A stabilirlo è stato un giudice di New York: la confisca dei domini .com e .org del popolare sito di indexing sportivo Rojadirecta verrà annullata . Il governo statunitense non avrebbe infatti presentato prove sufficienti a dimostrare la precisa volontarietà nella distribuzione di link alle partite trasmesse in streaming.
Ma si tratta della classica vittoria di Pirro per i vertici di Puerto 80 Projects : i due domini di Rojadirecta non verranno liberati, in attesa che le autorità di Washington presentino in aula nuove documentazioni a sostegno dell’accusa . Per 30 giorni, la piattaforma di indexing resterà ancora oscurata.
La battaglia condotta da Puerto 80 Projects non è però finita qui. I legali della società hanno depositato altri documenti per provare l’incostituzionalità dei sequestri ordinati dal Department of Justice (DoJ) nell’ambito dell’ Operation In Our Sites . Sigilli che andrebbero a violare i principi stabiliti nel Primo Emendamento della Costituzione .
Secondo i gestori di Rojadirecta, simili chiusure sarebbero giustificate solo in situazioni di pericolo per la sicurezza nazionale . Non per casi presunti di violazione sistematica del copyright. La società iberica ha portato anche un esempio: il governo statunitense avrebbe dovuto riservare il trattamento al New York Times per via della pubblicazione dei cosiddetti Pentagon Papers .
Mauro Vecchio