Roma – La notizia è stata ripresa da più parti nella blogosfera: è quella secondo cui, allo scadere del 2007, la maggioranza di centrosinistra ha rinnovato una delle più controverse misure del Decreto Pisanu, quella sulla data retention coatta , che obbliga operatori e fornitori all’identificazione degli utenti e alla conservazione dei dati delle loro comunicazioni, una misura considerata da più parti non solo un inutile fardello sul mercato TLC, ma anche una pesante violazione della privacy del cittadino.
Nomi e cognomi, data e ora della connessione, delle telefonate, dei fax, numeri e indirizzi dei coinvolti : secondo il famigerato Decreto approvato a fine 2005, tutto , a parte il contenuto della comunicazione, andava conservato fino a dicembre 2007. Ma ora, con l’inserimento dell’ articolo 34 nel dispositivo normativo noto come milleproroghe , la scadenza è stata spostata a dicembre 2008 .
Come scrive il celebre giurista informatico Daniele Minotti sul suo blog “un Governo di centro-sinistra proroga, senza plausibili ragioni, una norma voluta dal centro-destra e, a suo tempo, molto criticata”. Ed evidenzia: “Tutto molto in sordina perché nei comunicati del Governo si parlava di altro e la proroga della data retention è stata ufficialmente taciuta”.
Non è evidentemente dato sapere quali siano i risultati anti-terrorismo ottenuti dalla massiccia data retention che solo l’Italia in Europa ha applicato in questi termini, misure che per due anni hanno costretto moltissimi diversi operatori alla conservazione coatta. “Ci piacerebbe sapere – scrive ancora Minotti – se i dati conservati dall’estate 2005 a fine 2007 sono serviti a qualcosa. Altrimenti, la proroga non ha ragione d’essere, anzi è illegittima”. Una considerazione di illegittimità potenziale dovuta al fatto che la sospensione di certi diritti degli italiani (come quello alla cancellazione dei dati che li riguardano, ndr.) era stata a suo tempo giustificata dall’ emergenza terrorismo , una emergenza che secondo Governo e maggioranza perdura evidentemente inalterata.
Il rinnovo della data retention o, più precisamente, la sua estensione per un anno in più rispetto al previsto non può peraltro che indurre a ritenere che i risultati fin qui ottenuti siano considerati eccellenti dal Governo. Non c’è altra spiegazione, basti pensare che gli inascoltati garanti europei per la privacy ormai da anni hanno bollato la data retention quale forma di intercettazione : la sua adozione è dunque sconsigliatissima e ritenuta giustificabile solo come misura estrema e comunque solo a fronte di imponenti e serie garanzie sul trattamento dei dati personali.