Roma – Con una dimessa nota pubblicata sul sito web del ministero all’Innovazione e alla Tecnologie, il ministro Lucio Stanca ha nelle scorse ore confermato l’istituzione della “Commissione per il software a codice sorgente aperto nella Pubblica Amministrazione”.
La scelta di attivare una Commissione per ragionare sui modelli e sui costi, per valutare le possibilità di impatto del Software Libero sulla PA è del tutto in linea con quanto annunciato lo scorso giugno , quando Stanca rese chiara l’intenzione del Governo di elaborare una “strategia Open Source” partendo dalla valutazione di alcuni elementi considerati centrali:
– contenimento dei prezzi
– trasparenza (e quindi sicurezza)
– non dipendenza da un singolo fornitore
– elevata riusabilità
– accessibilità per le piccole realtà di sviluppo (economie locali)
Ora l’istituzione della Commissione viene presentata come parte del “piano di miglioramento dell’efficienza, dell’efficacia e della economicità dell’apparato statale”. Parole che evidentemente danno molte nuove speranze a chi in Italia si occupa di sviluppo open source e dei servizi collegati ma che ancora non significano, come in queste ore qualcuno ha sostenuto, che la PA italiana “passerà” al Software Libero. Tempi, modalità ed estensione dell’utilizzo dell’open source sono infatti ancora tutti da verificare.
“A tale scopo – si legge nella nota – la Commissione – avvalendosi delle migliori competenze e coinvolgendo le Amministrazioni più direttamente interessate – effettuerà una approfondita analisi delle tendenze tecnologiche e di mercato e, confrontando le posizioni dell’Unione Europea, dei maggiori Paesi industrializzati nonché dell’industria Ict (Information and communication technologies) in materia, fornirà a tutte le Amministrazioni Pubbliche gli elementi di valutazione per le scelte e le strategie riguardo il software a codice sorgente aperto”.
Il terreno su cui lavorare è già dissodato. Basta ricordare la policy sull’open source varata dal Governo britannico, una posizione destinata inevitabilmente ad influenzare mezza Europa e che senz’altro verrà presa in considerazione dai lavori della Commissione italiana.
Il nuovo organo consultivo è presieduto da Angelo Raffaele Meo e composto, si legge nella nota, “da rappresentanti del mondo accademico, del Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie, dei Ministeri dell’Istruzione e dell’Economia, dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, del Centro Tecnico per la R.U.P.A, dell’Istat e uno in rappresentanza rispettivamente di Regioni, Province e Comuni”.
L’11 novembre è prevista la prima seduta ed entro tre mesi la Commissione dovrà esprimere una valutazione complessiva in una relazione che sarà presentata al Ministro.
Ad inquadrare la scelta di ricorrere alla Commissione in un quadro dal sapore fortemente innovativo è stato, tra gli altri, il senatore verde Fiorello Cortiana che, come si ricorderà, è anche il primo firmatario della proposta di legge per l’introduzione del Software Libero nella Pubblica Amministrazione.
“La scelta del Ministro Stanca di istituire una commissione che valuti l’impiego di software libero nella Pubblica Amministrazione – ha spiegato Cortiana – è un fatto importante che può cambiare lo sviluppo informatico del Paese. E’ una vittoria innanzitutto di chi si è fatto promotore di queste tecnologie collaborative nelle aule parlamentari.”
“Il DDL che ho presentato al Senato – ha poi ricordato Cortiana – insieme alle svariate mozioni nei consigli comunali che tanti consiglieri Verdi e di altri gruppi hanno promosso, sono state il detonatore per questa iniziativa del Ministro. Ora speriamo che il percorso legislativo sia in discesa.”
Il senatore, come ha già avuto modo di dire, non dubita della necessità di una scelta immediata nella direzione dell’open source: “Il fatto che la Pubblica Amministrazione adotti una tecnologia altamente competitiva, maggiormente economica delle soluzioni proprietarie e capace di generare un indotto nazionale ed europeo di addetti dalle altissime professionalità sarebbe altamente auspicabile. Monitoreremo con attenzione i lavori della neonata commissione e le sue decisioni.”