Il buon proposito enunciato da Calabrò nel corso della presentazione dell’ultimo rapporto dell’Agcom, cioè quella di rendere disponibili frequenze da mettere all’asta per la banda larga mobile (in particolare tramite la dismissione di quelle emittenti televisive dimostratesi non in grado di garantire un palinsesto televisivo “degno di questo nome”), ha ricevuto l’appoggio e la spinta del viceministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani.
Il viceministro ha chiesto che l’asta avvenga al più presto e che “sia più vantaggiosa possibile per lo Stato”.
Romani ha parlato di un progetto che “vada di pari passo alla semplificazione necessaria con l’avvento della tv digitale” e dell’ipotesi di destinare alcune delle risorse così incamerate dallo Stato in parte a rimborsare quegli imprenditori televisivi che le liberano (magari volontariamente consorziandosi), in parte come incentivi alla diffusione della banda larga. Discorso, spiega, che va tuttavia affrontato confrontandosi con le altre istituzioni tra cui il ministero del Tesoro.
La liberazione di frequenze a favore della banda larga wireless è chiesta dalla Commissione Europea, che ha tra l’altro adottato una proposta che indica in che modo sia possibile destinare parte delle spettro liberato con il passaggio al digitale terrestre per colmare il digital divide.
Claudio Tamburrino