Sono passate poche settimane da quando un documento fornito da Edward Snowden ha fatto chiarezza sulle trame che si intessono fra la NSA e la nota azienda di cybersecuity RSA, pagata 10 milioni di dollari per sviluppare un algoritmo di cifratura imperfetto e accessibile, poi diventato standard . Sono poche le settimane che mancano all’apertura dei lavori dell’altrettanto nota RSA Conference , evento che ogni anno raduna hacker ed esperti per dibattere delle minacce che attentano alla cybersicurezza globale. E sono almeno otto, secondo una lista in continuo aggiornamento, i relatori che hanno disdetto la propria partecipazione.
La prima defezione, annunciata negli ultimi giorni di dicembre, è stata quella di Josh Thomas , CEO della security company Atredis, che ha cancellato il proprio intervento nel nome di un “imperativo morale”: non intende associare il proprio nome a “quello schifo”. A seguire, quella di Mikko Hypponen , Chief Research Officer di F-Secure: la sua lettera aperta indirizzata ai vertici di RSA è stata tanto tagliente da dare il via a quello che assume sempre di più i contorni di un boicottaggio .
Si sono uniti alla protesta il tecnico di Google Chris Palmer e Jeffrey Carr della security company Taia Global, che auspica che una protesta generalizzata sappia scuotere i vertici di NSA, e magari spingerli ad offrire spiegazioni per quello che considera una vera e propria macchinazione , messa in atto tradendo la fiducia accordata da tutti gli utenti. A seguire, Christopher Soghoian , una delle figure di rilevo di ACLU, che da tempo si batte per difendere i diritti dei cittadini della Rete statunitensi, e un altro tecnico in forze alla Grande G, Adam Langley . Gli ultimi due nomi da depennare dalla lista dei relatori sono quelli di Marcia Hofmann di EFF, che aveva in programma di partecipare a un panel dedicato all’impatto di PRISM sulla privacy dei cittadini, e di Alex Fowler di Mozilla.
Se c’è chi ha scelto invece di combattere il sistema dall’interno, molti fra hacker e smanettoni non risparmiano il proprio supporto al boicottaggio: se fossero stati chiamati a partecipare, assicurano, avrebbero rinunciato alla propria relazione. La loro fermezza potrebbe presto essere messa alla prova: gli organizzatori, prendendo le distanze da RSA e dalla dibattuta collaborazione con l’intelligence statunitense, si dicono dispiaciuti, e promettono dei ripescaggi fra i candidati.
No talk to pull from RSA conf. this year. So Ìm protesting by not wearing the RSA sweatshirt I got at a past conference. That’ll show em.
– matt blaze (@mattblaze) 3 Gennaio 2014
Gaia Bottà