Nella polemica nata con l’accesso non autorizzato dell’app del social network Path alla rubrica degli utenti è stata spinta ad intervenire Apple, che ha dichiarato di voler migliorare le sue policy in materia.
I deputati del Congresso statunitense Henry Waxman e G.K. Butterfield, il primo in particolare già protagonista del dibattito sulla geolocalizzazione e sulla neutralità della Rete, hanno scritto ad Apple chiedendole spiegazioni sulle sue regole in materia di accesso ai contatti degli utenti e di rivedere in generale la sua policy relativa alla privacy e alla gestione dei permessi delle app.
Apple si è sentita così in dovere di rilasciare un comunicato con cui ha ribadito che le sue linee guida già proibiscono alle applicazioni di accedere a qualsiasi informazione appartenente agli utenti senza prima ottenere il consenso .
Cupertino non ha mai svelato quali ragionamenti segue nel processo di approvazione delle app, né i tempi necessari a tale scrutinio, ma ora a queste ombre si aggiunge anche la considerazione su come applicazioni come le precedenti versioni di Path e Foursquare abbiano fatto a passare il severo giudizio della Mela, pur contravvenendo abbastanza chiaramente alle sue linee guida.
In ogni caso, ora, Apple ha dichiarato che lavorerà “per migliorare il sistema, così come abbiamo già fatto con i servizi di geolocalizzazione ed ogni app che intende aver accesso ai dati dei contatti avrà bisogno del permesso esplicito degli utenti nelle sue future versioni”.
Oltre alle parole delle sue guideline , che dovrebbero meglio specificare l’obbligo legato alla richiesta di consenso, e un controllo più stretto sul lato dell’accesso al suo store, Apple sembra destinata ad apportare qualche modifica tecnica sul modello di quanto fa per i dati geolocalizzati : quando un’app ha bisogno di accedere ai dati GPS dell’utente, appare una finestra pop up con una chiarissima domanda di accesso e la possibilità di scegliere “sì” o “no”.
Un tale cambiamento dovrebbe, insomma, riguardare le API di Apple impiegate per l’accesso ai contatti : questo potrebbe causare qualche problema di compatibilità alle applicazioni che già hanno accesso a tali dati, anche quelle che hanno già ottenuto il permesso con un meccanismo di consenso diverso. Numerosi, insomma, gli sviluppatori che potrebbero essere coinvolti nel cambiamento.
Mentre Facebook, per esempio, è tra le aziende che dice che non dovrebbe cambiare nulla per la sua app, che già adesso prevede un box di dialogo attraverso cui gli utenti prendono coscienza del fatto che i propri dati verranno condivisi, Twitter ha invece riferito che aggiornerà la sua app per rendere più esplicito che con il click “Find Friends” gli utenti danno il consenso affinché la propria rubrica venga scaricata nei server di Twitter. Stessa modifica che ha appena apportato Foursquare con l’ultimo aggiornamento.
Né Apple né gli sviluppatori intervenuti hanno tuttavia parlato della possibilità di impiegare la cifratura per mettere al sicuro i contatti che passano dagli utenti alle app, come avevano auspicato alcuni osservatori in concomitanza con la polemica in questione.
Nel frattempo Google, che di problemi di privacy e delle lettere del Congresso sa qualcosa , ha approfittato della polemica che ha coinvolto Apple e iOS per dire che con Android è diverso : le app non accedono ai contatti della rubrica – spiega il direttore delle relazioni con gli sviluppatori Tim Bray – se non dopo aver ricevuto lo specifico consenso da parte degli utenti.
Claudio Tamburrino