Dopo aver messo in cantiere le CPU della serie Elbrus nel tentativo di fare a meno dei chip occidentali (vale a dire Intel e AMD) per i computer domestici e professionali, la Russia ha ora intenzione di applicare l’autarchia anche ai sistemi operativi mobile.
Stando a quanto riferisce il Ministro delle Comunicazioni russo Nikolai Nikiforov, i gadget mobile venduti nel paese fanno troppo affidamento sui sistemi “americani” Android e iOS con un market share di, rispettivamente, 81 per cento e 15 per cento.
L’alternativa ai due OS mobile più popolari al mondo, dice Nikiforov, è adottare il sistema open source Sailfish creato dalla finlandese Jolla per i suoi smartphone “alternativi” e creare un sistema operativo nazionale. L’ obiettivo concreto è di ridurre al 50 per cento la dipendenza delle comunicazioni mobile russe dagli OS occidentali entro il 2025.
Al momento il market share di Sailfish in Russia è dello 0,5 per cento, una percentuale sostanzialmente risibile, inferiore solo alla presenza marginale di Windows Phone e BlackBerry nel paese. Oltre a voler fare a meno delle tecnologie USA, ovviamente, le autorità di Mosca vogliono anche assicurarsi la predominanza di prodotti a basso rischio di infiltrazione da parte dell’intelligence a stelle e strisce (National Security Agency).
Già in passato le autorità russe hanno chiesto ai colossi tecnologici (Apple e SAP) di mostrare loro il codice sorgente dei rispettivi prodotti per identificare eventuali backdoor al servizio di NSA, e ora Nikiforov rimarca l’idea sostenendo che “co-operare” con Mosca significa non avere niente da nascondere.
Il ministro russo ipotizza la possibilità di costituire un consorzio internazionale con nazioni del calibro di Cina, Brasile, India e Sud Africa, così da condividere gli sforzi (tecnologici e anche economici) per la realizzazione di un OS nazionale (o di tanti OS nazionali) a prova di sorveglianza estera. La Cina, da par suo, ci sta già pensando da tempo .
Alfonso Maruccia