Coloro residenti o che si trovano in Russia, da oggi, non hanno più la possibilità di accedere a The Telegraph. La testata britannica risulta irraggiungibile dal paese. L’unico modo a disposizione per aggirare il blocco è quello che passa dall’impiego di una VPN, veicolando il traffico dati attraverso un server localizzato in un altro territorio.
The Telegraph inaccessibile in Russia senza VPN
Un ennesimo capitolo della cyberwar che prosegue ormai da diversi mesi, da prima che iniziasse ufficialmente la guerra in Ucraina. La decisione è stata presa dal Roskomnadzor, l’agenzia federale del Cremlino incaricata della supervisione di comunicazioni, tecnologie dell’informazione e mass media. Stando a quanto trapelato, la richiesta sarebbe giunta nel mese di aprile dall’ufficio del Procuratore Generale, in seguito alla pubblicazione di un articolo etichettato come “fake”. Non ci sono conferme a tal proposito.
L’obiettivo di Mosca è ovviamente quello di controllare il flusso delle informazioni alle quali i cittadini russi possono accedere. Un’attenzione particolare è riposta proprio nei confronti di quelle che riguardano l’evoluzione del conflitto.
Secondo il gruppo Roskomsvoboda, che si batte per la libertà di informazione in Russia, dal primo giorno di guerra sono stati bloccati oltre 2.300 siti. Tra questi ci sono RFE/RL, Current Time, Voice of America, Deustche Welle, Bild e Meduza. Come scritto in apertura, la loro consultazione dal paese è possibile solo ed esclusivamente affidandosi a un servizio di tipo Virtual Private Network, che permette di aggirare l’ostacolo passando da indirizzi IP collocati altrove, come nel caso di quello offerto da NordVPN.
Sappiamo che proprio le VPN sono finite nel mirino del Roskomnadzor, l’agenzia sta facendo di tutto per impedirne l’utilizzo. Ciò nonostante, il loro impiego da parte dei cittadini russi è cresciuto esponenzialmente da febbraio in poi.