Il Ministro della giustizia russo ha rifiutato la registrazione del Partito Pirata: bende sull’occhio, pappagalli e arrembaggi non sono ben accetti nei palazzi del Cremlino.
L’avanzata del partito nato idealmente in Svezia e poi diffusosi in altri paesi europei conquistando nel 2009 due seggi al Parlamento d’Europa è stata bloccata in Russia per confusione con i pirati veri o comunque con una motivazione letteraria .
A quanto pare le autorità competenti non hanno distinto tra coloro che solcano i mari alla ricerca di spaurite imbarcazioni da depredare e il movimento che chiede una riforma della normativa in materia di diritto d’autore: il Partito Pirata non può candidarsi al governo dal momento che “la legislazione corrente definisce la pirateria come un attacco condotto in mare o in un fiume con intenti criminali”. E il nome dato al partito presupporrebbe – ha aggiunto il Ministero della giustizia – che tutti i suoi appartenenti siano dei criminali , fatto che costituisce una violazione della legislazione attinente alla costituzione di partiti politici.
Lola Voronina, portavoce del Partito Pirata russo , ha naturalmente sottolineato che “il nome Partito Pirata riflette un’ideologia globalmente accettata” e ha escluso qualsiasi legame con arrembaggi e raid navali . Per questo farà appello contro la decisione.
L’aggressivo rifiuto delle autorità russe, sottolinea il vertice del Partito Pavel Rassudov, arriva fino a Bruxelles, visto che sono stati indirettamente tacciati di essere dei criminali anche i due rappresentanti del Partito che siedono al Parlamento Europeo.
Più che di una banale gaffe, poi, Rassudov parla esplicitamente del tentativo da parte del governo di escludere dal sistema politico un nuovo soggetto che sarebbe altrimenti legittimato a concorrere.
Claudio Tamburrino