Per ragioni del tutto simili a quelle che hanno portato a un blocco parziale di Twitter, anche Google rischia uno stop o penalizzazioni in Russia. Il motivo? L’obbligo imposto dall’autorità locale Roskomnadzor di rimuovere entro 24 ore i contenuti proibiti.
Google e la Russia ai ferri corti
In caso di inadempienza, i servizi di bigG potrebbero essere penalizzati prima con un rallentamento nell’accesso alle risorse imposto attraverso i provider, poi con una sanzione comminata nei confronti della società (da 10.800 a 54.000 dollari) e infine, in caso di recidiva, con un’ammenda ben più consistente che potrebbe arrivare al 10% del profitto annuo. È quanto reso noto da Mosca.
L’autorità ha dichiarato di aver sottoposto al gruppo di Mountain View oltre 26.000 richieste per la rimozione di quelle che vengono definite informazioni illegali: tra queste anche video inerenti droga e violenze, nonché materiale caricato da organizzazioni che il Cremlino ritiene estremiste.
Roskomnadzor accusa inoltre Google di censura, per aver impedito ai media nazionali (come il canale televisivo RT o l’agenzia stampa Sputnik) l’accesso a YouTube.
Questa censura dei media russi e il sostegno mirato alle attività di protesta illegali fanno capire quale sia il colore politico delle attività di Google in Russia.
Da bigG non sono giunti commenti in merito. Una questione complessa, che chiama in causa anche quanto accaduto nel paese all’inizio dell’anno, quanto al rientro dalla Germania l’attivista Alexei Navalny è stato arrestato e trattenuto, scatenando un’ondata di proteste a livello nazionale e non solo.