Google News è la nuova vittima del Roskomnadzor russo, ossia l’entità deputata alla regolamentazione delle comunicazioni. L’apparato è particolarmente attivo in queste settimane per evitare fughe di notizie sulla guerra e sta filtrando ogni fonte che possa mettere in luce opinioni divergenti rispetto al diktat moscovita: Google News è caduto nelle maglie della censura e il servizio non sarà più accessibile fin da subito.
Secondo quanto emerso, già nella serata di ieri Google News non era più raggiungibile. Si è inizialmente pensato ad un problema tecnico, ma Google ha immediatamente negato questa possibilità spiegando che “abbiamo fatto di tutto per tenere il servizio accessibile alle persone in Russia il più a lungo possibile“. L’ennesimo tassello dell’informazione per il popolo russo, insomma, cade sotto i colpi del controllo centrale e soltanto l’uso di VPN può garantire la possibilità di sfuggire a questo laccio che poco alla volta si stringe attorno alla libertà di sapere e di informarsi della popolazione.
Google News fermato in Russia
Come noto, Google non produce informazioni: le linka soltanto. Questa peculiarità lo ha reso inviso al mondo occidentale per il suo modo di depredare contenuti (questa l’accusa di parte del mondo dei media online) e portarli online rimescolati e riaggregati secondo i dettami dell’algoritmo: sui questo fronte si è aperta una battaglia mai realmente risolta sul tema del copyright. Questa stessa peculiarità è però ora invisa anche al governo di Vladimir Putin, che in questa libertà di aggregazione ha intravisto un pericolo per la propaganda, dunque l’azione è stata portata a segno: l’accusa è quella di aver “offerto l’accesso a numerose pubblicazioni e materiali contenenti informazioni non autentiche sul corso dell’operazione speciale in territorio ucraino“.
Google News, insomma, ancora una volta non viene visto come mero intermediario e la sua notorietà lo rende automaticamente responsabile delle informazioni veicolate. Sia l’app che la versione Web sono state fermate in territorio russo, ma sono ancora raggiungibili dall’estero. Ciò lascia supporre che con una VPN (molte quelle bloccate in Russia, ma molte altre, ExpressVPN come noto è tra queste, hanno invece offerto il servizio gratuitamente ad attivisti e giornalisti desiderosi di libera informazione) vi si possa ancora accedere per trovare gli ultimi afflati di informazione non allineata.
La morsa sul giornalismo è serrata e Google News è soltanto uno dei tasselli, sicuramente non il peggiore: è tuttavia segno di quanto ferma sia la volontà del Cremlino di controllare l’opinione pubblica, ora più che mai.