I fornitori di connettività russi hanno ricevuto l’ordine di bloccare una lista di siti di notizie , mentre agli amministratori di sistema è stato chiesto di mettere offline i server che li ospitano.
A finire ora nella lista nera di Mosca sono una serie di siti di informazioni tra cui il giornale Grani, il sito del leader dell’opposizione Garry Kasparov, il sito di Alexei Navalny, attivista anti-corruzione e addirittura il sito della radio di proprietà della Gazprom Ekho Moskvy (che nei frattempo ha visto avvicendarsi un editore filo-governativo ad uno considerato troppo indipendente).
Not only did Putin block access to opposition news sites in Russia, but Rus govt contacted our admin to turn off servers. They work fast.
— Garry Kasparov (@Kasparov63) 13 Marzo 2014
Il leader dell’opposizione ed ex campione di scacchi Garry Kasparov ha commentato su Twitter la notizia, sottolineando che si tratta di blocchi ai danni di grandi giornali, non di pagine di gruppi politici.
D’altronde non è la prima volta che Mosca interviene sugli ISP chiedendo la rimozione di determinati contenuti: lo scorso anno era stato YouTube a denunciare i blocchi causati dalla nuova legge russa per la tutela dei minori online, ma prima di quell’episodio erano già stati bloccati quasi 200 siti ritenuti offensivi dal Governo. Si tratta di contenuti sgraditi al Governo e bloccati in base in ottemperanza della legge adottata “per combattere la pedopornografia”, ma che è finita per andare molto oltre lo scopo iniziale.
Il Cremlino, peraltro, avrebbe altre questioni da affrontare online: sembra infatti che la banca centrale sia stata attaccata da ignoti cybercriminali.
Claudio Tamburrino