Dall’inizio della guerra in Ucraina, l’utilizzo delle VPN in Russia è letteralmente esploso. Attualmente, ammonta a circa 24 milioni il numero dei cittadini che impiegano questi servizi. Il motivo? Aggirare le forme di censura introdotte dal Cremlino, ma non solo. Lo fanno anche per comunicare liberamente, accedere alle fonti di informazioni estere e più semplicemente per trascorrere il proprio tempo libero online mettendosi al riparo da qualsiasi forma di controllo o monitoraggio. A svelarlo è una nuova ricerca condotta e pubblicata dal quotidiano britannico The Times, basandosi sui dati forniti da Mediascope.
VPN in Russia: un cittadino su sei le utilizza
Un russo su sei si affida a una Virtual Private Network. La crescita è stata talmente rapida da aver portato a un incremento pari a quindici volte in soli tre mesi (a febbraio erano 1,5 milioni), nonostante i tentativi di arginare il fenomeno attuati dal Roskomnadzor. Nell’entourage di Putin, la tecnologia in questione è vista come un potenziale ostacolo al raggiungimento degli obiettivi prefissati sul fronte bellico.
Se come detto, da un lato Mosca sembra voler applicare un giro di vite a questi servizi, dall’altro li sta finanziando direttamente. Da alcuni documenti ufficiali trapelati a fine maggio è infatti emerso che il Cremlino ha già speso circa 10 milioni di dollari per siglare centinaia di contratti, al fine di rendere gli strumenti disponibili ad autorità ed enti governativi.
I vantaggi di una VPN, come nel caso di ExpressVPN (oggi in sconto del 35%) sono molteplici. Anzitutto, nasconde l’indirizzo IP reale da cui ci si connette, garantendo così un primo layer di tutela per la privacy. Poi, veicola il traffico dati attraverso server localizzati in altri paesi, in modo da poter bypassare i blocchi geografici. Infine, protegge le comunicazioni applicando una solida crittografia a tutto quanto trasmesso e ricevuto.