Chi sperava che la posizione molto critica del Garante della Privacy avesse allontanato l’idea della creazione di una banca dati genetica in Italia si sbagliava. Il ministro dei Beni culturali e leader della Margherita Francesco Rutelli ne ha infatti proposto l’adozione nelle scorse ore.
“La sicurezza – ha dichiarato – non tocca chi ha i soldi per proteggersi ma colpisce i più deboli. Noi dobbiamo essere duri con i criminali e con le cause dei crimini”. Rutelli individua nelle prime sperimentazioni negli Stati Uniti il modello da seguire.
L’idea di Rutelli non è isolata. È sostenuta con forza, tra gli altri, dal colonnello dei RIS di Parma, Luciano Garofano, che come ricorderanno i lettori di Punto Informatico , ritiene essenziale la creazione di un database genetico . “In Inghilterra – aveva dichiarato Garofano lo scorso giugno – la percentuale dei reati che venivano scoperti prima dell’uso dei dati genetici era del 26 per cento. È salita al 46 per cento nel momento in cui gli investigatori si sono avvalsi di tecniche basate sul DNA; per passare infine al 59 per cento quando è stata creata la banca dati ad hoc”.