Italia.it continua a scuotere il palazzo romano. Ieri il vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli è stato ascoltato dalla commissione Industria del Senato perché così aveva richiesto il gruppo di Forza Italia e da lì ha voluto diffondere alcune proprie convinzioni: il portalone del turismo è un fallimento ma l’idea andrebbe salvata; la spesa non ha finora superato il milione di euro; sui conti c’è la massima trasparenza.
In particolare il vicepremier con delega turistica ha spiegato che l’idea di Italia.it era buona : “Non dobbiamo desistere dall’idea di dotare l’Italia di un portale turistico, non abbandoniamo l’idea di dotarci di questo veicolo di comunicazione” pur ammettendo che è “evidente che ci troviamo di fronte ad un progetto legittimamente ambizioso che ha dimostrato di non funzionare”. A suo avviso, anzi, “la mostruosità di questo apparato ha finito per travolgere le più buone volontà degli attori”. Attori che, in particolare, sono l’ENIT, l’Agenzia nazionale del Turismo.
A suo avviso inoltre si è speso pochissimo per il portale . A molti mesi dall’evidenziazione del fallimento, Rutelli ha finalmente tirato fuori delle cifre. Il “pochissimo” è “si e no un milione”, sebbene come noto i finanziamenti per le Regioni e la redazione del sito ammontino a 45 milioni.
Ma Rutelli ha anche parlato di trasparenza . Ha infatti comunicato di aver inviato alla procura generale della Corte dei Conti tutti gli atti sul portale spiegando di averlo fatto “come pubblico ufficiale per una esigenza di trasparenza”. Il vicepremier non ha invece commentato il fatto che per ben due volte i cittadini abbiano chiesto di poter vedere quegli atti e che per ben due volte il suo Governo abbia negato l’autorizzazione .
L’audizione di Rutelli secondo l’ex ministro all’Innovazione Lucio Stanca è offensiva, in quanto si tenta di scaricare il barile del fallimento sul precedente Governo. In una nota diffusa ieri alla stampa, Stanca ha dichiarato: “Se il Governo è incapace di realizzare un portale italiano del turismo all’altezza di un Paese come il nostro, è meglio lasciar perdere”. “Tutti i nostri maggiori concorrenti – ha spiegato Stanca riferendosi ad altri paesi – hanno da anni realizzato siti pubblici nazionali per la promozione della loro offerta turistica”.
Stanca ha quindi rivendicato il merito “di aver promosso il portale Italia.it come iniziativa di grande innovazione e notevoli prospettive per promuovere il nostro sistema turistico, di aver reperito i fondi non solo per realizzarla, ma anche per gestirla e promuoverla a livello internazionale negli anni futuri”.
E ha anche ricostruito le spese effettuate. “Dopo aver speso all’incirca un milione di euro dei 45 complessivamente programmati – ha evidenziato – con il cambio di legislatura è stato lasciato all’attuale Governo il compito di portare avanti il progetto. Nel “passaggio di consegne” era stata indicata chiaramente la necessità di stipulare al più presto, con i 25 milioni di euro a ciò destinati, le previste convenzioni con le regioni per popolare il portale dei contenuti digitali necessari e l’opportunità di applicare alle imprese fornitrici le penali per la parte della fornitura riguardante la scarsa qualità dei dati forniti, come aveva suggerito l’Avvocatura Generale dello Stato, da me stesso interpellata”.
A fronte di tutto questo, attacca l’ex ministro, “dopo oltre 10 mesi dalla nascita del Governo, il Ministro Rutelli presentava il 21 febbraio scorso il Portale rendendolo disponibile al pubblico con un livello qualitativo delle informazioni assolutamente insoddisfacente. Oggi invece, dopo ben 18 mesi dalla presa in carico del progetto, sembra ne voglia decretare la chiusura”.
A suo dire, Rutelli non ha voluto rispondere a dovere sul “poco o niente” fatto dal Governo per il progetto né sul perché la collaborazione con le Regioni sia fallita, tantomeno avrebbe saputo rispondere sul futuro di Italia.it .
In conclusione, Stanca “respinge al mittente il tentativo maldestro di addebitare al precedente Governo le inadempienze e incapacità del Governo Prodi, da sempre latitante sulla politica dell’innovazione, fino a privare il nostro sistema turistico di una risorsa innovativa così necessaria e strategica. Ancora una volta si dimostra che questo Governo è inadeguato alle esigenze del Paese”.