I programmatori di Safari hanno intenzione di pensionare i plug-in Web a partire dalla prossima versione del browser della Mela, un’evoluzione del browser standard per sistemi Mac pensata per ridurre ulteriormente l’uso di componenti quali Flash e Silverlight da parte di sviluppatori e designer di siti Web.
Il cambiamento verrà introdotto a partire da Safari 10 , in arrivo con la nuova versione del sistema operativo che poterà il nome di macOS Sierra, e sarà “semi-permanente”: al layout engine WebKit verrà impedito di far girare i succitati Adobe Flash, Microsoft Silverlight ma anche Oracle Java a meno che l’utente non decida di installare i componenti di sua spontanea volontà .
I siti Web interessati alla compatibilità assoluta con i Mac dovranno quindi fare uso esclusivo di HTML5 e di altre tecnologie “sostitutive” dei plug-in multimediali, uno sviluppo che ben si sposa con la guerra contro Flash avviata in quel di Cupertino quando Steve Jobs era ancora vivo.
Ovviamente Safari non è solo, in questo tentativo di ridurre al minimo indispensabile l’impiego di Flash sul Web “moderno”, anche se altrove si procede ancora per gradi: Google Chrome tratterà ad esempio Flash come un componente opzionale ma continuerà a fornirne una versione aggiornata e a prevedere una whitelist di siti su cui il plug-in verrà caricato in ogni caso.
Il mantra delle grandi corporation di rete – che vogliono sostituire i file binari a codice chiuso di Flash con i blob binari a codice blindato delle DRM – è che i plug-in esterni rappresentino un problema per la stabilità e la sicurezza dei browser per computer: le cronache informatiche quotidiane danno ovviamente ragione a questa versione, visto che l’immancabile Flash è al momento affetto dalla solita vulnerabilità 0-day già attivamente sfruttata dai cyber-criminali.
Alfonso Maruccia