In occasione del 19esimo Safer Internet Day che si celebra domani, Microsoft ha diffuso alcuni dati del Digital Civility Index 2022, una ricerca che evidenzia il livello di esposizione degli utenti ai rischi online e quindi il rispetto dell’educazione civica digitale. L’Italia guadagna due posizioni rispetto all’anno scorso.
Civiltà online: miglioramenti, ma la strada è lunga
Il Safer Internet Day è stato istituito dalla Commissione europea nel 2004 con l’obiettivo di sensibilizzare gli utenti sui pericoli di Internet e promuovere un uso più sicuro e responsabile del web e delle nuove tecnologie. Il Digital Civility Index di Microsoft misura il livello di esposizione ai rischi: un punteggio basso indica un livello basso di esposizione e quindi una posizione più alta in classifica.
In occasione del #SaferInternetDay, Microsoft rilascia il Digital Civility Index: il report annuale che analizza le attitudini e la percezione di adolescenti e adulti rispetto all’educazione civica digitale e alla sicurezza online in 22 Paesi. 👇 https://t.co/hspIUAgIW7
— Microsoft Italia (@microsoftitalia) February 7, 2022
A livello globale è stato registrato un miglioramento di due punti. Ciò significa che “il web è percepito come un luogo più civile e sicuro rispetto a un anno fa“. Lo stesso trend è stato rilevato in Italia, che ora occupa la decima posizione, due in meno rispetto al 2021. Rimangono purtroppo le distinzioni in base al sesso.
Nel mondo le donne sono più esposte ai pericoli rispetto agli uomini (57% contro 43%). In Italia la percentuale è leggermente inferiore (53% contro 47%). A causa della pandemia COVID-19, molte persone hanno utilizzato Internet come valvola di sfogo per le loro frustrazioni. Ciò ha portato ad una minore tolleranza verso gli altri. Il livello di civiltà online è tuttavia migliorato grazie alla maggiore adozione dello smart working e della didattica a distanza.
I pericoli più comuni sono quelli associati a contatti indesiderati, fake news e sexting, mentre quelli aumentati negli ultimi 5 anni sono hate speech, fake news e discriminazioni. L’89% degli italiani crede che siano necessari programmi di education sui comportamenti da tenere online (c’era una volta la netiquette, ndr), mentre l’82% chiede un maggior intervento da parte delle piattaforme social. Infine, il 76% afferma che si dovrebbe vietare la pubblicazione di contenuti in forma anonima.