L’undicesima edizione del Safer Internet Day , la giornata europea per la sicurezza in Rete dei ragazzi, si celebra quest’anno intorno al tema “Costruiamo insieme una migliore Internet”.
Il programma Safer Internet si sviluppa intorno ad alcune iniziative, tra cui: Spot-It e HOT 114 , numeri verdi per segnalare contenuti illeciti trovati online ed alcuni nodi di sensibilizzazione in stretta collaborazione con tutte le parti interessate ( Safer Internet Centre , finanziato dalla Commissione Europea ed Eden ).
In Italia, inoltre, sarà lanciato il progetto “Se mi posti ti cancello”, campagna di sensibilizzazione sull’uso della rete da parte dei più giovani coordinato dal Ministero dell’Istruzione e portato avanti insieme all’ Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, Cooperativa E.D.I. e Movimento Difesa del Cittadini e alla Commissione Europea.
Come tutti gli anni , poi, sono diverse le iniziative ed i modi in cui vi aderiscono aziende ed istituzioni in tutto il mondo ( qui è disponibile una mappa che le raccoglie tutte): mentre il vice-presidente della Commissione europea Neelie Kroes ha premiato i creatori dei migliori contenuti online per i bambini (si va dal blog Lifesplash della 15enne olandese Jiami Xili Jongejan alla piattaforma per intrattenimento e giochi educativi dedicato a bambini della scuola dell’infanzia Paxel 123 ), Google, Twitter, Facebook e Microsoft, per esempio, collaboreranno per sponsorizzare la giornata e l’uso responsabile della Rete. Insieme avevano già costituito per affrontare il tema la coalizione Reform Government Surveillance .
Oltre al tema ufficiale di quest’anno, poi, le minacce e l’educazione ad un uso consapevole del mezzo sembrano essere l’altra colonna portante della giornata: così l’Europa ha predisposto un Manifesto pensato per le nuove generazioni ed in Italia, alla vigilia della giornata, il Moige ha divulgato uno studio che mette in luce come i minori considerino con troppa leggerezza i contenuti hot scambiati online .
Secondo la statistica , in generale, il 20 per cento dei giovani tra i 14 ed i 20 anni afferma di cancellare la cronologia per non farla vedere ai propri genitori, il 28 per cento ha fatto amicizia online con sconosciuti ed il 13 per cento ha scambiato il suo numero di cellulare con estranei via chat.
È tuttavia il dato relativo ai contenuti a luci rosse a spaventare il Moige: l’11 per cento dei ragazzi dichiara di visitare siti vietati ai minori e “sei ragazzi su dieci ammettono di divertirsi a scambiare foto e video hot in rete” ed il 22,7 per cento di questi ha ricevuto da sconosciuti materiale pornografico .
Tutto questo sembra il frutto di un’esperienza online spesso senza adulti a vigilare: nove minori su dieci navigano in rete quotidianamente, con sei su dieci che lo fanno da soli e solo uno su dieci che dice di connettersi per studiare, magari – sostiene Maria Rita Munizzi, Presidente nazionale del Moige – “senza verificare le fonti, tanto che i nostri figli rischiano di imparare cose infondate”.
Che le minacce che i minori possono trovare online – dal cyberbullismo a più in generale i problemi di privacy – siano anche un problema culturale è evidente anche dal modo in cui l’argomento è affrontato dai media generalisti: per esempio, nell’ultimo caso che ha conquistato gli onori della cronaca, quello con protagonista una baruffa fra ragazze di Bollate, il video incriminato è stato scaricato e ripubblicato con tanto di logo delle diverse testate. Dimenticando, per esempio, gli obblighi dei giornalisti nei confronti di minori e soggetti deboli a partire dalla Carta di Treviso del 1990.
Claudio Tamburrino