Il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini ha querelato l’ex deputato PD e ideatore di opencamera Andrea Sarubbi, che puntava il dito contro il numero dei retweet ricevuto dai suoi cinguettii e l’aspetto sospetto di alcuni account coinvolti.
Un signore che vorrebbe governare l’Italia mi ha denunciato per diffamazione, per un tweet sui suoi follower ovetti. pic.twitter.com/RZRmZcfR7q
– Andrea Sarubbi (@andreasarubbi) 13 Marzo 2015
Ad annunciare – proprio via Twitter – lo scontro è stato Sarubbi. A generare la querelle, i follower dell’account Twitter di Matteo Salvini: diversi di questi sarebbero contrassegnati dall'”ovetto” (cioè dall’immagine di profilo standard), dotati di pochi follower e con ‘all’attivo pochi tweet prodotti. Anche il numero di retweet, sempre molto simile tra i diversi messaggi del politico, ha inoculato il sospetto che gran parte degli account fosse in realtà riconducibile a fake creati ad hoc.
Sarubbi suggeriva si potesse trattare di una pratica simile alla claque analogica, in cui un finto pubblico viene addestrato a dare determinate risposte per sottolineare i messaggi desiderati: un vero e proprio pubblico assoldato per dare un’impressione di successo. Su Twitter questo si può realizzare con follower fittizi, ossia account appositamente creati per retwittare i messaggi inviati, fornendo così l’impressione di un interesse di superiore a quello realmente ottenuto dall’account produttore del tweet originale: esistono dei programmi, a pagamento e spesso gestiti da agenzie di comunicazione, per farlo.
Salvini, peraltro, proprio di Twitter ha fatto uno dei suoi campi di battaglia, conscio dell’esempio del Premier Matteo Renzi che proprio sulla piattaforma è molto attivo: a partire dalla campagna elettorale per le europee del 2014, Salvini continua a rinnovare dal proprio sito un appello chiarissimo: “HO BISOGNO DI TE! Partecipa anche tu alla campagna sui social. Se hai già un account Twitter, compila il campo ‘tua email’, clicca sul pulsante ‘registrati con Twitter’ e segui le istruzioni a schermo. Una volta completata la registrazione, il tuo profilo retwitterà automaticamente i tweet di Matteo Salvini (@matteosalvinimi)!”. E da allora, in effetti, il numero dei follower del suo account sono schizzati in alto, così come il numero di retweet (appunto, sempre costante), tanto da renderlo uno degli account più popolari sul network.
Il tutto non ha mancato di creare diversi dubbi presso gli osservatori: diverse testate online e addetti ai lavori hanno iniziato ad insospettirsi rispetto alla natura dei seguaci su Twitter del segretario della Lega Nord e ad investigare la questione della loro veridicità.
Alla stessa conclusione era anche giunto quindi anche il giornalista ed ex deputato Pd Andrea Sarubbi che il 18 ottobre 2014 scriveva “Ehi @matteosalvinimi, ma @adelina55 @binda47 @canetora @bottaciov1 e gli altri fake che ti RT li paghi di tasca tua o con i soldi pubblici?”.
Ehi @matteosalvinimi , ma @adelina55 @binda47 @canetora @bottaciov1 e gli altri fake che ti RT li paghi di tasca tua o con i soldi pubblici?
– Andrea Sarubbi (@andreasarubbi) October 18, 2014
Male, molto male l’ha presa Matteo Salvini che ha deciso di chiudere il dialogo sul social network ad aprirlo in tribunale: sentendosi leso ha denunciato Sarubbi , così che la giustizia faccia chiarezza sul sottile confine tra cronaca, critica e diffamazione.
Claudio Tamburrino