Seoul (Corea) – Le memorie a stato solido domineranno il mondo (dei PC, e non solo) e Samsung vuole ritagliarsi una fetta importante di questo mercato in forte crescita. Le dimensioni del settore si sono moltiplicate di 6 volte dal 2012 a oggi, negli ultimi 12 mesi la crescita registrata è stata del 54 per cento (130 milioni di unità vendute), e secondo l’azienda coreana questo è il momento giusto per piazzare la zampata vincente e distanziare la concorrenza. Samsung prova a farlo con due nuovi prodotti, due nuovi dischi SSD in un formato moderno, che sulla carta offrono agli utenti un vantaggio notevole in termini di prestazioni assolute e affidabilità.
I due nuovi prodotti per l’archiviazione a stato solido di Samsung si chiamano 960 PRO e 960 EVO, e succedono alla linea 950 dello scorso anno. Sono entrambe memorie in formato M.2, destinate a essere collegate al bus PCI Express e ad assicurare le performance necessarie alle applicazioni UHD e 4K che vanno imponendosi per quanto attiene video e giochi. Il ruolo principale lo interpreta la tecnologia NVMe ( Non-Volatile Memory Express ): adottando questa interfaccia si passa da capacità di scrittura nell’ordine delle centinaia di megabyte al secondo, a migliaia di megabyte al secondo. Una svolta significativa che cambia completamente le prospettive su quello che in passato era sempre stato considerato il collo di bottiglia dei PC: lo storage.
Se ne sono accorti i consumatori, che sempre più spesso si rivolgono al mercato dei componenti per acquistare un nuovo SSD da installare nel proprio PC in sostituzione di quello presente in origine. Se ne sono accorti i produttori dei PC stessi: il 46 per cento dei computer venduti nel 2017 disporrà nativamente di un disco SSD al momento dell’acquisto, e tale percentuale salirà al 55 per cento nel 2018 . Il sorpasso è in atto, e ciò è dovuto in larga parte al fatto che progressivamente il costo per gigabyte dello storage a stato solido sta calando, anche più rapidamente di quanto fosse previsto, e il trend non sembra destinato ad arrestarsi. E tale fenomeno è destinato a diffondersi anche oltre il mercato PC: nei datacenter come nei DVR del salotto domestico, l’assenza di rumore, la maggiore tolleranza alle temperature e i minori consumi fanno sì che gli SSD stiano diventando la soluzione più affidabile e con il costo finale (TCO, total cost of ownership ) più contenuto.
Per ottenere un massiccio aumento di prestazioni in questa generazione di SSD, Samsung ha lavorato come ormai sua abitudine sull’integrazione verticale delle proprie tecnologie: le NAND su cui è basato lo storage, le DRAM che formano il buffer e il controller che sovrintende tutto il processo sono tutti componenti disegnati e realizzati dall’azienda coreana , che in questo modo può ottimizzare costi, prestazioni e modellare l’intero prodotto su specifiche e caratteristiche completamente sotto il suo controllo. Per ottimizzare il pacchetto, inoltre, Samsung ha dato una rinfrescata al software Magician : installandolo si ottengono i driver più recenti e i firmware più aggiornati per il proprio SSD, e vista l’importanza che rivestono nelle performance finali è un fattore da non sottovalutare.
Ad esempio è nuovo il controller, che in questa generazione va sotto il nome di Polaris, e che funzionerà al meglio con i nuovi driver NVMe: un processore 5-core che gestisce con una certa flessibilità le unità di calcolo dedicate al buffer e alla lettura/scrittura su disco . Lo stesso vale per la memoria buffer (che va sotto il nome di Intelligent TurboWrite ), la cui taglia è cresciuta in modo molto significativo grazie ai progressi fatti in termini di integrazione sullo stessa superficie di un numero di transistor superiore: in questa versione, inoltre, i chip DRAM montati sono di tipo LPDDR4, così da incrementare le performance senza aumentare i consumi.
Passi in avanti sono stati compiuti anche per quanto attiene la densità di storage: oggi Samsung riesce a piazzare sul singolo chip fino a 32GB di archivio, ed è in grado di sovrapporre in un unico package fino a 16 strati per arrivare a generare 512GB di archivio in un solo componente. Sul PCB standard M.2, che misura 22x80mm, c’è spazio per 4 di questi chip: si arriva così a poter ospitare fino a 2 terabyte di spazio in un form-factor decisamente ridotto . Un passo in più lo consente anche l’integrazione verticale, “package su package” di memorie DRAM e controller: in questo modo si occupa una sola piazzola sul PCB, e si lascia spazio per il resto allo storage vero e proprio.
Le V-NAND di Samsung nel frattempo sono giunte alla terza generazione: sia la versione MLC da 2bit del 960 PRO che quella 3bit del 960 EVO consumano meno e sono più efficienti, e ciò ha permesso un aumento significativo delle performance. Nel caso del PRO parliamo di 440mila IOPS in lettura casuale e 360mila in scrittura casuale , con il secondo valore che è di fatto triplicato rispetto al modello dello scorso anno (+200 per cento). Il modello EVO fa ancora qualcosa di più in termini percentuali: in questo caso si registra un +253 per cento, valore davvero notevole a fronte di una ritrovata qualità per quanto attiene la gestione termica del chip.
Per garantire l’affidabilità e soprattutto rinsaldare la fiducia dei clienti nel prodotto, Samsung ha studiato una soluzione tecnica davvero particolare: l’etichetta che riporta i dati di targa del modulo M.2, presente nella parte posteriore del componente, fa parte essa stessa dell’architettura di dissipazione visto che uno strato della pellicola con cui è realizzata conduce il calore e contribuisce a disperderlo dopo la sua creazione durante l’utilizzo. Il risultato sono oltre 30 secondi in più di esercizio utile prima di andare incontro ad un eventuale thermal throttling em>, che uniti all’aumento delle prestazioni complessive si traducono in una maggior quantità di dati che è possibile elaborare in meno tempo e riducendo il rischio di stressare eccessivamente lo storage a stato solido.
Ricapitoliamo rapidamente prestazioni e prezzi . Il nuovo 960 PRO vanta dati di targa pari a 3.500MB/s in lettura e 2.100 in scrittura (440K IOPS in lettura e 360K in scrittura casuale), sarà disponibile nei tagli da 512GB (329 dollari), 1TB (629 dollari), 2TB (1.299 dollari): è destinato al pubblico di professionisti in cerca di prestazioni assolute, in particolare grafici e esperti di video, confortati anche da 5 anni di garanzia. Il 960 EVO arriva a 3.200MB/s in lettura e 1.900MB/s in lettura (380K IOPS in lettura e 360K in scrittura casuale), sarà in vendita nei formati 250GB (129 dollari), 500GB (249 dollari) e 1TB (479 dollari): il pubblico degli “entusiasti”, coloro che non vedono l’ora di provare le ultime tecnologie, sono il target designato. Per loro, 3 anni di garanzia.
Molto significativa la scelta di partire dal formato M.2 e rimandare più avanti nel corso dell’anno il debutto della soluzione SATA: chi è in cerca di un upgrade per il proprio PC un po’ più datato trova in commercio già i dischi della linea 850 che sono in grado di soddisfare senz’altro (e in certi casi superare) le performance attese da un aggiornamento dell’hardware di questo tipo. C’è una gran domanda per le memorie a stato solido, che equipaggiano oltre ai PC anche tutti i device mobile: per riuscire a stare dietro agli ordini occorre stabilire delle priorità , e in questo momento Samsung probabilmente ritiene più importante andare a presidiare la fascia di mercato del formato M.2.
Mancano ancora, infine, date e prezzi certi per la commercializzazione italiana. I nuovi device SSD sono già in produzione e sono pronti a essere venduti agli utenti finali e agli integratori OEM anche nello stivale, ma occorrerà ancora qualche ora per conoscere il quadro completo per quanto attiene il Belpaese (dove, ricordiamolo, si pagano equo compenso e altri balzelli sullo storage).
Luca Annunziata