L’associazione di consumatori Codici ha deciso di avviare una class action nei confronti di Samsung per la vendita di smartphone e tablet pubblicizzati con una capacità di memorizzazione maggiore rispetto a quella effettiva .
L’obiettivo, spiega il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli, è quello di “ottenere un risarcimento del danno in favore di quei consumatori che sono stati costretti, loro malgrado, dopo l’acquisto dei dispositivi incriminati , a ridimensionarne notevolmente l’utilizzo rispetto a quello prospettato e garantito dalla Samsung”.
Il caso è quello che vede l’azienda coreana già multata in Italia per un milione di euro dall’Antitrust per la pubblicità ingannevole relativa allo spazio di storage a disposizione del consumatore finale, risultato in realtà molto inferiore a quello ufficialmente dichiarato. La disponibilità di memoria programmata (e pubblicizzata) per alcuni prodotti viene in parte occupata dal sistema operativo e da applicazioni preinstallate non salvabili sulla scheda SD: ciò crea una discrepanza che viola il Codice dei Consumatori ed è “contraria alla diligenza professionale e idonea, mediante la diffusione di informazioni fuorvianti e l’omissione di informazioni rilevanti, a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio”.
Secondo Codici , tra i diversi modelli offerti sul sito della coreana con 4 GB di memoria, “il primato del differenziale negativo spessa allo XCover 2 e al Mini 2 che, in realtà, dispongono al primo avvio solo di 0,9 GB di memoria, ossia meno di un quarto rispetto a quanto dichiarato”. “In questa triste classifica – prosegue l’associazione – seguono poi il modello Young, che dispone di 1,3 GB (ossia di circa un terzo di quanto promesso!) e, a ruota, l’XCover (47 per cento disponibile), il Core Plus (50 per cento), l’Ace II (54 per cento), l’S III mini (53 per cento), l’S4 (55 per cento), l’S5 (71 per cento) e il Tab 3 (70 per cento)”.
Per motivazioni simili – ma legati all’aggiornamento a iOS 8 e al suo ingombro – un gruppo di utenti residenti in California ha depositato a gennaio una class action nei confronti di Apple.
Claudio Tamburrino