Il processo californiano che vede Apple e Samsung allo scontro finale non risparmia colpi tra le due.
Entrato nel vivo da qualche giorno, Samsung ha già incassato una serie di sconfitte che mettono a dura prova la sua tesi difensiva che punta a dimostrare che non è lei ad aver copiato Apple, ma quest’ultima ad aver preso idee già in circolazione.
Secondo il giudice Lucy Koh, Samsung non può utilizzare in aula come prova spezzoni di filmati tratti da show televisivi britannici o da “2001: Odissea nello spazio” per dimostrare che l’idea di un tablet dalla forma simile ad iPad non fosse nuova.
Il film di Kubrick come lo show britannico degli anni 70 “Tomorrow People” avrebbero dovuto dimostrare, secondo Samsung, che i brevetti legati al design di iPad sono da considerare invalidi in quanto vi sarebbe la prior art che ne avrebbe dovuto impedire la registrazione.
Tuttavia, secondo il giudice Samsung avrebbe mancato di avvertire per tempo Apple dell’intenzione di usare tale materiale per contestare la validità dei suoi brevetti , impedendole di preparasi adeguatamente per una difesa.
Inizialmente la coreana aveva tentato di far valere le somiglianze con un prototipo “stile Sony” realizzato da uno dei designer di Cupertino: tuttavia il giudice Koh aveva già negato la possibilità di mostrare immagini relative a tale prototipo chiamato “JONY”.
In quella occasione i legali della coreana hanno deciso di entrare in rotta di collisione con il giudice divulgando pubblicamente le immagini proibite in tribunale, nel caso dei film questo è naturalmente superfluo, ma ciò non toglie che il clima tra le parti e il giudice Koh rimane esasperato: per cercare di mettere ordine nel procedimento ha stabilito che le parti devono limitarsi ad una sola serie di obiezioni e risposte nel momento in cui si affronteranno le prove accompagnate da testimoni.
Le due, d’altronde, dimostrano di non voler rinunciare a scaramucce e colpi bassi: dopo il tentativo di Samsung di influenzare l’opinione pubblica diffondendo le prove escluse dal giudice, strategia ora difesa in nome della “libertà di parola” e respingendo le accuse che parlano di un bieco tentativo di influenzare i giurati, Cupertino ha chiesto che il giudice rimuova le obiezioni circa la possibilità di far sapere alla giuria che Samsung ha distrutto una serie di email che avrebbero potuto essere utilizzate in tribunale.
Claudio Tamburrino