Samsung e Google continuano a rafforzare la loro collaborazione: hanno sottoscritto una partnership che guarda al lungo periodo e che presumibilmente ha l’obiettivo primario di tutelare la piattaforma Android.
L’alleanza si fonda su un accordo trasversale di licenza che copre i portafogli brevettuali delle due aziende e i brevetti che otterranno nei prossimi 10 anni .
I titoli riguardano diverse tecnologie e aree di interesse, e le due aziende ora parlano dell'”intenzione di lavorare insieme in modo tale da ridurre le controversie legali e concentrarsi meglio sull’innovazione”. I portavoce di Samsung e Google si spingono a dire che il loro accordo si tratta di un esempio che l’intero settore dovrebbe seguire.
Oltre alle possibilità che le integrazioni delle rispettive ricerche possono portare, la collaborazione delle due sembra destinata in particolare a tutelare Android: proprio la piattaforma sviluppata da Google e impiegata da Samsung per i suoi dispositivi mobile è finita negli ultimi anni nel mirino della concorrenza.
L’attacco nei confronti dei produttori Android, d’altronde, si abbatte da diversi fronti: la settimana scorsa Rockstar, consorzio costituito da Apple, Microsoft, BlackBerry, Ericsson e Sony proprio in funzione anti-Google, ha costretto il produttore Huawei ad un accordo di licenza; prima ancora, ad ottenere royalty per l’utilizzo di brevetti su dispositivi con il sistema operativo di Google era stata soprattutto Microsoft.
Mentre Apple si sta scontrando duramente con Samsung, poi, da ultimo è stata Ericsson ad ottenere dalla coreana un proficuo accordo di licenza : in cambio di royalty da nove cifre (che nel dettaglio restano riservate) le due mettono fine alla controversia legale che le vedeva contrapposte davanti all’ITC ( International Trade Commission ): Ericsson aveva denunciato Samsung per violazione di suoi brevetti relativi allo standard tecnologico delle connessioni wireless .
Il paradosso, dunque, è ora che Ericsson ha ottenuto royalty salatissime per lo sfruttamento di tecnologie che dovrebbero invece essere concesse a condizioni FRAND (“giuste, ragionevoli e non discriminatorie”).
Claudio Tamburrino