È necessaria una licenza per agevolare la comunicazione di sentimenti ASCII supportando gli utenti nell’inserimento delle combinazioni di caratteri che compongono le emoticon. Samsung e RIM sono state denunciate da un’azienda che sostiene di aver brevettato un metodo per facilitare l’inserimento di faccine in un testo: si chiede l’interruzione del comportamento che violerebbe il brevetto, si chiede il risarcimento dei danni a compensazione di quello che viene denunciato come uno sfruttamento indebito.
“Un metodo e un sistema di inserimento delle emoticon”, questa la sommaria descrizione del titolo depositato da Jonathan O. Nelson nel 2005 e assegnato nel 2007, quando le faccine erano già diffusamente entrate a far parte delle conversazioni mediate da schermo. L’idea dell’inventore, però, era di facilitarne l’inserimento con un tasto ad hoc nell’ambito della composizione di un testo: mostrando una serie di smiley già pronti, l’utente avrebbe colto con più facilità la possibilità di connotare i propri messaggi con un’emozione.
Questo l’obiettivo con cui anche Samsung e RIM integrano nei propri dispositivi un menù che consente di scegliere con immediatezza la faccina da inserire senza costringere l’utente a doversi produrre in acrobazie compositive tra lettere e segni di interpunzione. A parere di Varia, azienda detentrice del brevetto precedentemente nota come Wildseed Ltd., acquisita da AOL e riemersa sul mercato di recente, ciò costituisce una violazione da arginare. Per questo motivo si è rivolta alla Corte del Southern District di New York: chiede l’interruzione del comportamento da parte di Samsung e RIM, chiede il risarcimento dei danni derivanti dall’abuso della tecnologia da parte dei due colossi.
Si tratterebbe, stando agli incartamenti depositati da Varia per la denuncia nei confronti di Samsung, di un abuso aggravato dalla consapevolezza dell’esistenza del brevetto da parte della coreana, che avrebbe comunque integrato la tecnologia nei propri dispositivi senza chiedere permesso alcuno. Peggio, avrebbe ottenuto a sua volta un brevetto che ricalca quello detenuto da Varia e che descrive un “sistema di inserimento di emoticon per terminali mobile”, richiesto, a onor del vero, nel 2001 ma convalidato dall’US Patent Office nel 2010. E, ancor peggio, avrebbe avuto l’ardire di imbracciare il titolo europeo EP1215867 , l’omologo del succitato titolo statunitense, per scagliarsi contro Apple sul fronte tedesco della battaglia brevettuale che le contrappone.
Gaia Bottà