Molto presto, Samsung metterà la sua divisione HDD a disposizione di Seagate grazie a un accordo scritto che si concretizzerà entro fine anno. Il valore totale dell’operazione è di 1,375 miliardi di dollari, messi a disposizione in parte sotto forma di partecipazioni azionarie (circa 45,2 milioni di azioni) per un valore di circa 687 milioni e mezzo di dollari, mentre la rimanenza sarà in contanti.
Con questa mossa, Seagate consoliderà la sua presenza sul mercato per raggiungere il 40 per cento e trovandosi a rivaleggiare con un unico competitor effettivo, cioè Western Digital che di recente aveva realizzato una acquisizione identica con Hitachi. Samsung diventa anche secondo maggior azionista di Seagate, grazie a una quota che corrisponde al 9,6 per cento delle azioni . Quanto basta per piazzare uno dei suoi uomini chiave sulle poltrone di Seagate. Lo scopo è ridurre il distacco conquistato nel tempo proprio da Western Digital, che allo stato attuale detiene da sola metà del mercato mondiale degli hard disk.
Va tenuto ben presente l’aspetto strategico di questa solida join venture tra Seagate e Samsung, che prevede la reciproca fornitura di unità per lo storage da parte delle due aziende. Soprattutto, Samsung fornirà a Seagate le memorie flash di tipo NAND, oltre a condividere gli sforzi e le ricerche sulle nuove licenze. Viceversa la casa occidentale metterà a disposizione di Samsung i suoi drive per PC, notebook e altri apparecchi di consumo.
Il CEO di Seagate, Stephen Luczo, è certo di aver dato una spinta in avanti alla conquista del mercato HDD in estremo oriente e nel sudest asiatico. Ma è anche vero che Samsung in questo modo godrà di una boccata d’aria fresca con cui potenziare gli sforzi sullo sviluppo di nuove memorie SSD, il futuro dello storage per gli apparecchi portatili. Rimane invece tutta da capire la posizione di Toshiba, il terzo grande produttore di dischi rigidi attualmente sul mercato, che sembra andare dritto per la sua strada senza aiuti o proposte di sorta.
Roberto Pulito