Bufera pre-natalizia ai vertici dell’organigramma di Samsung Electronics: stando a quanto riportato dal Financial Times, Lee Sang-hoon è stato condannato a un anno e mezzo di reclusione. Il Presidente del Consiglio di Amministrazione, così come altri 24 tra attuali ed ex dirigenti del gruppo, è ritenuto responsabile di aver violato le leggi sindacali vigenti in Corea del Sud attraverso l’attuazione di strategie finalizzate a scoraggiare le attività di rappresentanza dei lavoratori.
Condannato Lee Sang-hoon, tegola su Samsung Electronics
Tra i capi di imputazione anche l’aver minacciato una riduzione degli stipendi e l’interruzione dei rapporti con fornitori e società esterne favorevoli alle unioni sindacali. Secondo gli analisti la vicenda non avrà impatto sull’attività e sul business del colosso asiatico, ma lo spingerà comunque a concentrarsi sul miglioramento della propria cultura aziendale. Facendo riferimento a quanto pubblicato dalla stampa locale sarebbero emersi “innumerevoli documenti” che descrivono nel dettaglio le pratiche incriminate. Questa una dichiarazione attribuita al giudice (che riportiamo di seguito in forma tradotta) secondo l’agenzia Yonhap.
Nonostante Lee affermi che ci sono molte questioni delle quali non era esattamente a conoscenza non possiamo riconoscergli l’immunità solo in relazione al fatto che non era al corrente delle attività periferiche.
Al momento dalla società non sono giunti commenti alla decisione del Seoul Central District Court. La multinazionale è attiva a livello globale nella produzione e commercializzazione di dispositivi destinati al mercato dell’elettronica di consumo: da smartphone, tablet e indossabili ai televisori, dagli elettrodomestici (alcuni dei quali basati sulla piattaforma SmartThings) fino a fotocamere e PC.