Il caso della memoria bugiarda di alcuni apparecchi Samsung che aveva fatto adirare i consumatori alcuni anni fa, non è caduto nel dimenticatoio. La presentazione di richiesta di class action portata avanti da Altroconsumo a seguito di un atto di citazione nella primavera del 2016 è stata accolta dal tribunale di Milano che in parallelo ha respinto il reclamo dell’azienda coreana . “I giudici hanno confermato integralmente l’ordinanza del Tribunale di Milano del 10.11.2016 che dichiarava ammissibile l’azione di classe voluta fortemente dall’Organizzazione indipendente di consumatori” – conferma l’associazione.
Ad esultare e informare sui prossimi passi è Ivo Tarantino, responsabile relazioni esterne di Altroconsumo: “Rispedito al mittente il clamoroso tentativo senza successo da parte di Samsung di far cadere l’azione di classe in extremis. Per Altroconsumo un’altra vittoria a favore dei consumatori. Ora l’azione andrà avanti con la raccolta delle adesioni prevista a partire dal 1 luglio prossimo.”
Samsung è accusata di aver reclamizzato uno spazio di memoria di alcuni dispositivi sovradimensionato traendo in inganno i suoi clienti tra l’agosto del 2009 e dicembre del 2014. Dai test di laboratorio condotti è stato evidenziato uno scostamento tra dichiarato ed effettivamente disponibile anche del 40 per cento. In molti casi oltre un terzo della memoria degli apparecchi è occupata da sistema operativo e altre applicazioni. La pratica commerciale scorretta era già stata sanzionata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nel 2014 per 1 milione di euro ai danni di Samsung.
La richiesta di rimborso, già paventata da Altroconsumo, potrebbe arrivare a 304 euro, seppur è probabile che si tratterà più di un’azione simbolica visto che si dovrà dimostrare con una ricevuta (ormai un po’ impolverata se ancora disponibile) l’acquisto del prodotto “viziato” . Marco Pierani, direttore relazioni esterne per Altroconsumo, già a febbraio aveva posto comunque l’accento su quella che appare “Una decisione storica, perché legata a un’azione collettiva di risarcimento che nasce in Italia e i cui effetti ricadranno ovunque, investendo un colosso della telefonia e dell’elettronica presente sul mercato internazionale”. Nella pagina dedicata all’adesione alla class action sono presenti anche i modelli di smartphone (come ad esempio l’S4 e S5) e tablet (come Note Pro e dispositivi della famiglia Tab) per i quali sarà possibile chiedere il risarcimento .
Ricordiamo che a breve la stessa sorte potrebbe spettare anche ad Apple . Nel mirino di Altroconsumo, per problemi simili, vi sarebbe infatti anche il colosso di Cupertino.
Mirko Zago