Poco più di una settimana fa, Consumer Reports aveva reso pubblici i risultati di un test che concerneva il Galaxy S7 Active di Samsung. Per il sito a difesa dei consumatori, due esemplari non avevano superato consecutivamente la prova, che consisteva nell’immersione dei dispositivi, per 30 minuti, all’interno di un recipiente pressurizzato in maniera da ricreare le condizioni esistenti in acqua a 1,5 metri di profondità. Dopo il fallimento del primo esemplare, i tecnici avevano deciso di rieseguire la prova con un altro device, il quale ha fallito nuovamente il test: evidenziando alcuni malfunzionamenti nella visualizzazione dello schermo e nella reattività del pannello touch, oltre che mostrare tracce di presenza di acqua in alcune componenti dello smartphone, come la lente della fotocamera.
La risposta di Samsung, che aveva immediatamente dichiarato di voler approfondire la questione, non si è fatta attendere. Con un comunicato ufficiale , l’azienda sudcoreana indirizza un messaggio inequivocabile sia a Consumer Reports che ad AT&T, carrier statunitense che offre questo particolare modello di smartphone ai propri clienti. “Il Galaxy S7 Active ha superato test rigorosi per ottenere la certificazione IP68 per la resistenza all’acqua” si legge nella nota sintetica, nella quale si sottolinea che Samsung sostituirà qualsiasi esemplare nel caso in cui dovessero verificarsi danni da immersione, purché sia avvenuta nei rispetti dei termini previsti dalla garanzia standard.
Sapere di poter contare sulla garanzia è senz’altro confortante per i possessori del rugged-phone Samsung. Tuttavia, è sempre meglio non azzardare esperimenti “fai da te”. Anche perché ci ha pensato CNET con una serie di test dai risultati molto eloquenti.
Utilizzando lo smartphone sotto la doccia, o immergendolo per breve tempo ad una piccola profondità, come in un secchio d’acqua, non sono stati registrati danni evidenti al dispositivo.
Alcuni malfunzionamenti, che hanno interessato la fotocamera, il pulsante di accensione e la batteria, si sono registrati mantenendo il telefono per circa una mezz’ora a una profondità di poco superiore ai 20cm. Nella prova di immersione all’interno di una piscina, a 1,5 metri di profondità, dopo alcuni minuti lo schermo si è fatto più scuro. In seguito, il terminale si è riavviato. Dopo 28 minuti, lo smartphone è stato recuperato, evidenziando tracce di acqua nelle lenti delle fotocamere, mentre risultava impossibile riaccenderlo.
In risposta sia ai test di Consumer Reports che ai quattro successivi, Samsung ha dichiarato a CNET di aver individuato e risolto il problema : “Abbiamo scoperto un’anomalia isolata all’interno di una singola linea di produzione del Galaxy S7 Active. Il problema è stato risolto”. L’azienda sostiene anche di aver ricevuto pochissime richieste di sostituzione, da parte dei clienti, confermando che i terminali che abbiano riportato danni da immersione saranno sostituiti attraverso la garanzia standard.
Thomas Zaffino