Samsung: la breccia di LoopPay non farà male a Pay

Samsung: la breccia di LoopPay non farà male a Pay

La corporation coreana dispensa rassicurazioni circa la robustezza del suo nuovo sistema di pagamenti mobile: la tecnologia LoopPay (alla base di Pay) è sicura anche se craker cinesi hanno compromesso i server
La corporation coreana dispensa rassicurazioni circa la robustezza del suo nuovo sistema di pagamenti mobile: la tecnologia LoopPay (alla base di Pay) è sicura anche se craker cinesi hanno compromesso i server

Gli hacker black hat cinesi del gruppo Codoso hanno compromesso LoopPay, azienda americana di pagamenti mobile acquisita mesi fa da Samsung, ma quest’ultima tiene a precisare che i dati degli utenti sono sempre stati al sicuro e che non esistono rischi per il futuro. Il momento è delicato, vista la recente espansione del business sudcoreano negli USA.

La breccia nei server di LoopPay è stata scoperta ad agosto, e a quel punto i criminali avevano già avuto accesso ai sistemi per ben cinque mesi. Nessun database di dati sensibili compromesso, dicono dalla società, mentre altrettanto non si può dire per i dettagli sulla tecnologia Magnetic Secure Transmission (MST) usata per permettere di effettuare i pagamenti mobile sui vecchi sistemi ancora basati sulle tessere magnetiche.

MST è usata in congiunzione con le comunicazioni NFC per estendere le possibilità di pagare tramite cellulare e senza necessità di fornire PIN o strisciare carte di credito, e la tecnologia LoopPay è ora parte integrante della soluzione di pagamenti di Samsung nota come Pay , fin qui disponibile solo in Corea del Sud.

Da una settimana il colosso asiatico ha però lanciato il servizio Pay anche negli States, quindi ha tutto l’interesse a fornire rassicurazioni sia sulla robustezza della tecnologia LoopPay che sul suddetto servizio: LoopPay ha preso tutte le misure necessarie una volta accortasi della breccia, dice Samsung, mentre i sistemi di Pay sono sempre stati al sicuro trattandosi di un network indipendente da quello di LoopPay.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
8 ott 2015
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