L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) ha comminato un milione di euro di multa a Samsung Italia, una sanzione causata da una “pratica commerciale scorretta” da parte della corporation asiatica. Si parla, in particolare, dello spazio di storage a disposizione dell’utente finale su smartphone e tablet venduti nel Bel Paese.
Lo spazio sulla ROM interna dei gadget mobile commercializzati da Samsung è in genere solo una frazione di quello dichiarato sul sito ufficiale dei prodotti e nelle pubblicità, spiega l’AGCM, che si è mossa in seguito a due segnalazioni ricevute da altrettanti utenti nel corso del 2014.
La divisione italiana di Samsung ha provato a difendersi : lo spazio della ROM non è una delle caratteristiche più ricercate dai consumatori, ha dichiarato la corporation sudcoreana, la caratteristica non è messa tanto in evidenza nell’advertising e comunque la stragrande maggioranza di utenti non ha bisogno di grandi quantità di spazio perché non scarica app o ne scarica poche.
L’AGCM ha ritenuto che argometazioni non reggessero e ha stabilito, di concerto alla multa milionaria, che la pratica di Samsung viola il Codice del Consumo ed è “contraria alla diligenza professionale e idonea, mediante la diffusione di informazioni fuorvianti e l’omissione di informazioni rilevanti, a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio”.
La sanzione dell’autorità alla concorrenza italiana non è la sola iniziativa che se la prende contro la memoria che non torna nei terminali di Samsung, vedi ad esempio l’associazione dei consumatori UK Which? che fa una classifica dello storage degli smartphone e piazza il Galaxy S4 all’ultimo posto. Contro l’inclusione di “bloatware” nei gadget si era già pronunciata la Corea del Sud , mentre Microsoft ha fissato un prezzo per ottenere un PC Windows il più sgombro possibile da software inutili.
Alfonso Maruccia