C’è forse anche l’accordo di SanDisk con Toshiba, annunciato poche ore fa dall’azienda statunitense, dietro la decisione di Samsung di ritirare l’offerta di acquisizione presentata ufficialmente lo scorso settembre ma che pare fosse nell’aria da mesi. Inutili le ragioni presentate da SanDisk per spiegare il prolungarsi delle trattative: da Seoul informano che, visto come stanno le cose, per il momento di fare affari non se ne parla.
Nella sua lettera, il CEO di Samsung Lee Yoon-woo fa sapere che “Non siamo più interessati ad acquisire SanDisk a 26 dollari per azione”. Una mossa questa, dettata senz’altro anche dal fatto che oggi SanDisk vale molto meno di quella cifra sul mercato azionario ( al momento il titolo, anche in seguito all’annuncio, naviga poco sopra i 10 dollari, in calo di oltre 30 punti percentuali rispetto ai 14,76 della chiusura di ieri), e dunque l’offerta complessiva di 5,85 miliardi di dollari per l’acquisizione potrebbe essere anche ampiamente ridimensionata.
Samsung spera forse di riuscire a portare a casa SanDisk a prezzi di saldo. Un bel risparmio, che lo stesso Lee Yoon-woo spiega che sarebbe negli interessi degli investitori e degli azionisti della sua azienda. Di tutt’altro avviso SanDisk che, nonostante i risultati non proprio esaltanti presentati per il Q4, ritiene che la proposta ora ritirata fosse comunque una sottostima del reale valore di una azienda tra le più affermate nella fornitura di memorie flash per ogni tipo di dispositivo.
“Abbiamo ripetutamente chiarito di essere disponibili ad ulteriori contrattazioni” hanno ribadito dalla sede californiana, da dove partono anche accuse precise nei confronti di Samsung: “Hanno deciso di ignorare le nostre indicazioni e, infatti, non ci hanno mai contattato per discutere le nostre proposte. Riteniamo che questo sollevi alcune domande sulle reali motivazioni dietro la proposta di Samsung”. Da parte sua, l’azienda coreana aveva già chiarito che riteneva la sua proposta “assolutamente corretta”. ( L.A. )