Le vicende della saga dei Samsung Note 7, gli smartphone afflitti da surriscaldamento della batteria e conseguente rischio di incendio, sta giungendo alla conclusione. Lo sfortunato apparecchio sarà definitivamente ritirato dal mercato per ordine della CPSC (Consumer Product Safety Commission) dopo un primo richiamo servito a poco. Si parla di 1 milione di telefoni , a cui si aggiungono gli apparecchi sostitutivi già distribuiti, ulteriori 900mila .
Il numero di casi critici è stato rivisto al ribasso nonostante la situazione rimanga grave. Dopo gli approfondimenti del caso sono stati accertati 13 casi di combustione e 47 di danni materiali a causa del surriscaldamento, rispetto alle 96 segnalazioni totali raccolte da Samsung. Dopo che questi incidenti hanno coinvolto alcuni dispositivi già sostituiti , era evidente come il destino di questo dispositivo fosse ormai segnato.
Il programma ufficiale per il ritiro e sostituzione (attivo dal 13 ottobre) prevede un rimborso fino a 100 dollari a chi accetterà di cambiare il Note 7 con qualsiasi altro smartphone Samsung oppure 25 dollari se si preferirà ottenere del denaro (su carta di credito o Paypal) e passare ad altra marca. I modelli verso i quali l’azienda indirizza i clienti sono il Galaxy S7 o il Galaxy S7 Edge. “Apprezziamo la pazienza dei nostri clienti, operatori telefonici e rivenditori per il peso sostenuto durante questo periodo difficile. Ci siamo impegnati affinché tutto vada per il meglio” ha detto Tim Baxter, presidente e chief operating officer per Samsung Usa.
Per avviare la procedura di ritiro è necessario compilare un form , in cui viene chiesto di specificare la soluzione di rimedio scelta e le modalità di recupero del telefono. Sarà possibile scegliere di accordarsi con un addetto di Samsung per il ritiro oppure di ricevere al domicilio una confezione prepagata da affidare successivamente al corriere. La sostituzione dovrebbe impiegare circa 2-3 giorni. In rete sono apparsi alcuni video e foto della scatola predisposta da Samsung : emerge come la precauzione per il trasporto sia ai massimi livelli. Si tratta di una serie di scatole di cartone contenitive isolate termicamente con fibra di ceramica in grado di limitare i danni nel caso di autocombustione. Agli utenti sono anche forniti dei guanti per trattare l’apparecchio in sicurezza.
Sono in molti a chiedersi che fine faranno i dispositivi ritirati. Gli elevati costi e le difficoltà di gestione si sono tradotti nella decisione di non ricondizionare i telefoni o “riciclarli” . Al danno d’immagine, si aggiunge anche il grave impatto ambientale che questa situazione comporterà. Ma probabilmente Samsung è però attualmente più presa a fare i conti con il crollo dei profitti.
Le prime stime sul costo dell’operazione di ritiro e sostituzione parlavano di 1 miliardo di dollari, che negli ultimi giorni sono saliti addirittura a 17 miliardi se rapportati alle aspettative di vendita pari a 19 milioni di unità. Secondo la stessa Samsung la dismissione del Note 7 dovrebbe presumibilmente creare un danno per circa 3 miliardi di dollari (2 miliardi impatteranno il quarto trimestre dell’anno e 1 miliardo il primo trimestre del 2017). Le aspettative per il terzo quadrimestre hanno dovuto subire un forte taglio di 2,3 miliardi di dollari per l’utile operativo e 1,8 miliardi di vendite come specificato da Samsung in una nota agli investitori .
Mirko Zago