Alcune delle più grandi opere artistiche mai disegnate sono scomparse, rubate, irrimediabilmente uscite dai radar e oggi non più disponibili affinché un pubblico qualunque possa osservarle. Si tratta di opere di grandi pittori, dalla grande storia, ma per le quali c’è ormai la quasi totale rassegnazione a non poterle più rivedere dal vivo. Samsung, però, ha voluto scommettere proprio sul valore di queste opere per farne una collezione privata che ogni possessore di “Samsung The Frame” potrà portare in casa propria.
Missing Masterpieces
“Missing Masterpieces” è il nome di questa collezione virtuale disponibile in 29 paesi europei, tra i quali anche l’Italia. A partire dal 12 novembre, per la durata di 3 mesi, gli amanti dell’arte potranno portare questi quadri sul proprio The Frame e partecipare alle ricerche su questi pezzi unici perduti.
Prima di iniziare a lavorare su un puzzle, vuoi raccogliere tutti i pezzi, giusto? Lo stesso avviene per un crimine o una scomparsa misteriosa. Dai resoconti contraddittori dei media alle speculazioni nei feed di Reddit, gli indizi sono là fuori, ma la mole delle informazioni può essere scoraggiante. È qui che la tecnologia e i social media possono rappresentare un vero aiuto, permettendo alle persone comuni di partecipare alla ricerca. Non sarebbe la prima volta che una soffiata ingenuamente pubblicata online si rivela la chiave per risolvere un caso
Noah Charney, esperto di crimini d’arte e fondatore della Association for Research into Crimes Against Art (ARCA)
Quelli che seguono sono i ritratti che fanno parte dell’iniziativa secondo la descrizione fornita dal progetto, al quale Samsung prende parte in questa curiosa, quanto stimolante, iniziativa per la promozione dell’eccezionale linea The Frame. Tutti i dettagli sull’operazione, invece, sono qui.
Giardino della canonica a Nuenen in primavera, o “Giardino di primavera” (1884)
Artista: Vincent van Gogh, Paesi Bassi
Ultimo avvistamento: Paesi Bassi
Mentre viveva con i suoi genitori, Van Gogh dipinse questa veduta del giardino sul retro della canonica paterna nel marzo 1884. Lo stile e i colori lo identificano come una delle sue prime opere. Una vecchia chiesa in lontananza, una donna vestita di nero che si allontana a piedi indietreggiando e guardando verso la casa. La canonica e il giardino sopravvivono ancora a Nuenen, in Olanda, ma il dipinto è scomparso il 30 marzo 2020, in un furto a sorpresa proprio in occasione del 167° compleanno di Van Gogh. Ancora non è stato ritrovato, ma si spera possa esserci un lieto fine.
Ritratto del dottor Gachet
Artista: Vincent van Gogh, Paesi Bassi
Ultimo avvistamento: USA
Ritratto del dottor Gachet è una delle opere più celebri di Van Gogh. Van Gogh e il dottore divennero amici nel 1888, quando l’artista si ricoverò in manicomio dopo un esaurimento durante il quale si era tagliato una parte dell’orecchio. All’inizio, Van Gogh non andava d’accordo con Gachet, tanto da scrivere in una lettera al fratello Theo: “È più malato di me… quando un cieco guida un altro cieco, non cadono entrambi in un fosso?”. Ma due giorni dopo, in una lettera a sua sorella, diceva altro: “Ho trovato un vero amico nel dottor Gachet…ci assomigliamo così tanto sia fisicamente che mentalmente”. Questo si può vedere nel ritratto, che presenta una certa somiglianza fisica con l’artista.
Il 15 maggio 1990, l’uomo d’affari giapponese Ryoei Saito lo acquistò per 82,5 milioni di dollari, dichiarando in seguito di voler essere cremato con esso alla sua morte. Oggi si crede sia in una collezione privata svizzera, ma non si hanno tracce dal 1990.
Il pittore sulla strada per Tarascona
Artista: Vincent van Gogh, Paesi Bassi
Ultimo avvistamento: Germania
Questo dipinto ad olio del 1888 di Vincent van Gogh, forse un autoritratto realizzato durante il suo periodo ad Arles, mostra la tecnica per la quale Van Gogh è più conosciuto: il suo uso intenso della pittura ad olio, grassa e quasi scultorea. Si pensa che quest’opera sia stata accidentalmente distrutta da un ordigno degli Alleati durante un raid aereo della Seconda Guerra Mondiale mentre si trovava nel Museo Kaiser-Friedrich di Magdeburgo, in Germania.
I capolavori di Van Gogh sono stati spesso oggetto di furto, in particolare nei Paesi Bassi. Nel 1991, 20 opere sono state rubate dal Museo Van Gogh di Amsterdam, per un valore complessivo stimato in circa 500 milioni di dollari. Nel 2002, un paio di dipinti di Van Gogh sono stati rubati dallo stesso museo e ritrovati vicino Napoli nel 2016 nella casa di un boss della malavita.
Anatra bianca
Artista: Jean Baptiste Oudry, Francia
Ultimo avvistamento: UK
Oudry era conosciuto come il pittore di corte di Luigi XV. Realizzava soprattutto ritratti, ma la sua passione erano le nature morte con frutta e animali. Con un valore stimato di 8 milioni di dollari, questa natura morta del XIX secolo è stata rubata dalla collezione del Marchese di Cholmondeley a Houghton Hall a Norfolk, Inghilterra, nel 1992.
Alcuni investigatori ritengono che sia passata nelle mani di una banda di zingari con sede nella regione. I ladri spesso rubano confidando nel fatto di poter trovare poi un collezionista d’arte, criminale, a cui rivendere le opere, un po’ come si vede nei film. Ma invece di essere appeso al muro del soggiorno di qualche malfattore, un ex informatore della polizia ha rivelato che il dipinto era nascosto nella soffitta di una casa fatiscente nella brughiera fuori Newcastle. Non è stato ancora ritrovato.
Vista di Auvers-sur-Oise
Artista: Paul Cezanne, Francia
Ultimo avvistamento: UK
Cézanne è stato uno dei rivoluzionari della storia dell’arte, che ha dato vita a un nuovo e diverso stile rispetto a quello precedente, ispirando le generazioni successive. Particolarmente abile nel distorcere la prospettiva per ottenere un effetto drammatico, come raffigurato in questo studio paesaggistico di un gruppo di case rurali.
I ladri hanno approfittato dei festeggiamenti del Capodanno 1999 per arrampicarsi fino al tetto attraverso le impalcature adiacenti il museo in cui era custodito il dipinto, sfondare un lucernario di vetro, calare una scala di corda nascondendosi con una bomba fumogena. Una volta dentro, un ventilatore portatile ha diffuso il fumo per oscurare le telecamere a circuito chiuso. È scattato l’allarme, ma il fumo ha ingannato il personale di sicurezza facendogli credere che ci fosse un incendio, così hanno chiamato i vigili del fuoco piuttosto che intervenire, dando ai ladri tutto il tempo di fuggire.
Il Giudizio Universale (1808)
Artista: William Blake, UK
Ultimo avvistamento: UK
Personaggio poliedrico e mistico dell’arte britannica, William Blake è stato un brillante pittore, editore e non solo… la sua poesia è ancora letta dagli studenti di tutto il mondo (“Tiger, Tiger Burning Bright”).
Ispirato all’affresco del “Giudizio Universale” di Michelangelo nella Cappella Sistina, l’enorme dipinto perduto di Blake mostra i morti che risorgono per essere mandati in eterno in Paradiso o all’Inferno. Egli sosteneva di essere stato soggetto a “visioni” per tutta la sua vita, molti dei suoi dipinti e delle sue poesie ne erano la manifestazione. In questa versione del dipinto del 1808, le figure sono allegoriche, e probabilmente erano realizzate con colori vivaci. L’opera doveva essere il pezzo principale della sua grande mostra, nel 1810: la mostra fu cancellata e questa, insieme a molte altre opere da esporre, andò perduta.
Estate (c. 1644)
Artista: David Teniers il Giovane, Paesi Bassi
Ultimo avvistamento: Portogallo
L’allegoria nell’arte è la figura retorica per cui una figura o un simbolo rappresentano un concetto. Lo studio dei simboli nell’arte, chiamato iconografia, tratta le immagini come indovinelli visivi. L’artista vuole che lo spettatore si impegni in modo proattivo e cerchi di decifrare il significato dell’opera d’arte.
“Estate” è tratto da una serie di Allegorie delle Quattro Stagioni, quattro dipinti dell’artista olandese David Teniers il Giovane, noto soprattutto per aver dipinto scene bizzarre nelle taverne. Questa sequenza allegorica è un sobrio inizio: si vedono i contadini che raccolgono il grano in un giorno caldo, un’immagine collettiva che rimanda all’estate. Teniers ha dipinto diverse versioni della serie; tuttavia, una di queste è stata rubata dal Museu Nacional de Arte Antiga in Portogallo nel 1974 e la ricerca per recuperarla è ancora in corso.
Il ponte di Charing Cross e Il ponte di Waterloo (1899-1904)
Artista: Claude Monet, Francia
Ultimo avvistamento: UK, Romania, Paesi Bassi
Monet ha dipinto 37 versioni del ponte di Charing Cross e almeno 40 versioni del ponte di Waterloo. Era affascinato dagli studi pittorici sull’influenza della luce sui suoi soggetti, e tornava sugli stessi ripetutamente, catturando varie stagioni, ognuna con sottili differenze. Le versioni in oggetto sono due dei dipinti rubati nell’ottobre 2012 al Kunsthal di Rotterdam. La madre di uno dei ladri condannati ha dichiarato che “Il ponte di Waterloo” era tra i dipinti rubati che aveva bruciato nella sua stufa in Romania, in un orribile tentativo di distruggere le prove contro il figlio. La polizia ha trovato tracce di pigmento nella stufa, ma non abbastanza per verificare le sue affermazioni.
Paesaggio (1917)
Artista: József Lampérth Nemes, Ungheria
Ultimo avvistamento: Ungheria
Questo splendido dipinto di paesaggio dell’artista ungherese József Lampérth Nemes è una delle due opere, di proprietà di un privato, scomparse da un magazzino del MODEM Center for Modern and Contemporary Art di Debrecen, Ungheria. I furti d’arte tendono a essere immaginati come quelli visti al cinema, e ci sono molti esempi che si adattano a questa idea piuttosto romantica. Con decine di migliaia di furti d’arte denunciati ogni anno (per non parlare di quelli non denunciati), gli archivi e i magazzini sono bersagli diffusi, poiché potrebbero passare mesi prima che qualcuno se ne accorga.
Tuttavia, richiedono conoscenze specializzate per localizzare l’obiettivo e quindi indirizzare il colpo. Un furto come questo fa pensare che i ladri sapessero in anticipo cosa cercare. Mentre il furto di opere d’arte su commissione è estremamente raro, in un caso come questo è una ipotesi.
Scena mitologica con un giovane Bacco
Artista: Jacob Jordaens, Belgio (Foto d’archivio di Muzeum Sztuki, Łódź)
Ultimo avvistamento: Polonia
Questo dipinto del celebre Gran Maestro fiammingo Jacob Jordaens è stato uno dei migliaia sottratti in Polonia durante la Seconda Guerra Mondiale. Jordaens è stato enormemente influenzato da Rubens, di una generazione precedente ma anche lui di Anversa, e questo emerge da molti aspetti delle opere di Jordaens. In questa opera, Bacco, il dio dell’agricoltura, del vino e della fertilità, è raffigurato da bambino circondato da Menadi (ninfe femminili) e Satiri (metà uomo e metà capra).
Le collezioni del patrimonio culturale polacco, insolitamente ricche, sono state decimate dall’Armata Rossa russa e dall’unità nazista dedicata ai furti d’arte, l’ERR. Mentre molti sono stati recuperati, molti altri sono andati perduti, come questo Jordaens. Preso dal Museo di Storia e Arte J. K. Bartoszewicz di Lodz, la sua ubicazione è ancora ignota.
Chloe & Emma
Artista: Barbora Kyslikova, Repubblica Ceca
Ultimo avvistamento: Norvegia
Poco dopo che Barbora Kyslikova si è trasferita a Oslo, le sono state rubate alcune delle sue opere più importanti. I suoi capolavori sono diventati famosi in tutto il mondo solo di recente, quando il suo film documentario, “The Painter and the Thief”, è stato presentato al Sundance Film Festival 2020. È la vera storia di come ha conosciuto e sviluppato l’improbabile amicizia con un giovane che le aveva rubato dei dipinti.
Le sue opere, grandi e fotorealistiche, avevano un pubblico limitato alla sua Norvegia. Questo fino all’uscita dell’acclamato film, il che significa che il loro furto è stato più probabilmente un gesto di passione e non un tentativo di profitto. La maggior parte delle opere d’arte viene rubata da ladri che non sanno nulla dell’arte e la vedono solo come una merce di grande valore. Questo caso è anche insolito in quanto i ladri sono stati arrestati ma affermano di non ricordare cosa abbiano fatto dei dipinti rubati, apparendo così “incapaci”.
Alla ricerca delle opere perdute
Grazie a questa iniziativa, per tre mesi i quadri perduti torneranno a splendere sulle tv di utenti che, acquistando The Frame, hanno dimostrato dei apprezzare la qualità, l’originalità, l’arte.
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Tre mesi per ricordare a tutti quanto valore sia andato perduto, ma anche per ricordare che le speranze non possano mai spegnersi: le ricerche continuano ad essere in cerca di indizi, di avvistamenti, di barlumi di speranza per evitare che la rassegnazione celi per sempre queste opere all’occhio umano.
Anche opere che si pensava fossero state distrutte intenzionalmente o a causa di incidenti o calamità naturali, sono state ritrovate. Quindi, bisogna essere ottimisti, condividere le proprie scoperte con gli altri e continuare la ricerca!