Samsung sta adottando un metodo tanto curioso quanto inquietante per impedire la fuga di segreti industriali. Questa nuova tecnologia potrebbe cambiare il modo in cui i dipendenti accedono ai sistemi dell’azienda.
Le fughe di notizie sui prodotti non annunciati sono diventate una consuetudine per Samsung, come le recenti rivelazioni che hanno svelato i Galaxy Buds 3 Pro e Galaxy Z Fold 6 Slim prima del loro rilascio ufficiale. Questi incidenti ci ricordano quanto facilmente le informazioni sensibili possano uscire dalle mura dell’azienda.
Samsung testa il riconoscimento facciale su lavoratori a distanza
Per far fronte a questo problema, l’azienda ha deciso di rafforzare le proprie misure di sicurezza introducendo una nuova tecnologia di riconoscimento facciale per controllare l’accesso ai propri sistemi e proteggere i segreti più preziosi. Questo sistema è stato progettato per garantire che solo i dipendenti autorizzati possano accedere alle informazioni riservate.
A partire dal 2 settembre 2024, diverse divisioni di Samsung, tra cui Samsung Display, Samsung Electronics, Samsung SDI e Samsung SDS, inizieranno a testare questo nuovo sistema di autenticazione. Il sistema prevede che i dipendenti scannerizzino il proprio volto da sei angolazioni diverse prima di poter accedere ai sistemi interni dell’azienda. Questa misura è rivolta in particolare a subappaltatori, viaggiatori d’affari, telelavoratori e dipendenti distaccati.
Samsung vuole prevenire le fughe di notizie
Oltre all’autenticazione iniziale, il nuovo sistema di Samsung consente un monitoraggio remoto continuo dei dipendenti. Se un dipendente si allontana dalla sua postazione di lavoro o se viene rilevata la presenza di un’altra persona davanti allo schermo, il sistema interrompe automaticamente l’accesso e spegne lo schermo. L’obiettivo di questo approccio è quello di ridurre al minimo il rischio di fuga di dati sensibili, un problema che le aziende devono costantemente affrontare.
La scelta controversa di Samsung preoccupa i sindacati
La decisione di Samsung di implementare un sistema di riconoscimento facciale nei suoi stabilimenti produttivi, seppur motivata dall’esigenza di rafforzare la sicurezza aziendale, solleva legittime preoccupazioni sulla tutela della privacy dei lavoratori. Come riporta il Business Korea, i sindacati temono che un monitoraggio così invasivo, anche se giustificato dalla protezione della proprietà intellettuale, rischi di spingersi troppo oltre, intaccando i diritti individuali.
Sarà quindi necessario trovare il giusto equilibrio tra sicurezza aziendale e rispetto della sfera personale dei dipendenti, attraverso l’introduzione di policy e garanzie che impediscano un utilizzo invasivo ed arbitrario di queste tecnologie. La privacy deve essere adeguatamente tutelata anche negli ambienti lavorativi.