Continuano le diatribe per lo sfortunato Note 7 di Samsung . Il dispositivo “esplosivo” è destinato a non avere pace. I numerosi casi delle settimane scorse, hanno portato l’azienda coreana ad avviare un piano di sostituzione con una spesa che potrebbe arrivare a 1 miliardo di dollari al netto del danno d’immagine. Recentemente a bordo di un Boeing 737 della Southwest Airline, uno dei telefoni incriminati ha preso fuoco . L’aereo è stato evacuato e il volo cancellato secondo le procedure di emergenza adottate in casi simili. Sono numerose le compagnie aeree che hanno cominciato ad avvisare con messaggi specifici i possessori del Note 7 circa l’ obbligo di tenerlo spento a bordo del velivolo durante tutto il tragitto. In Europa la misura preventiva è stata voluta dall’EASA, l’Agenzia europea per la sicurezza dell’aviazione.
Come conferma una foto rilasciata a The Verge dal proprietario del dispositivo andato a fuoco sul volo della Southwest Airline il device era stato sostituito da Samsung (lo testimonia il quadratino nero sulla confezione), proprio all’interno del programma di ritiro che sta coinvolgendo 2,5 milioni di dispositivi . Che cos’è andato storto allora? Mancano risposte ufficiali, ma quel che è certo è che per Samsung non si preannuncia un futuro roseo. L’azienda si trova infatti al punto di partenza, dovendo “sostituire i sostituti”. Nel frattempo, in attesa di verifiche ulteriori ed eventuali conferme, la vendita dei Note 7 è stata ufficialmente sospesa in accordo con le autorità cinesi e statunitensi, per un tempo ancora indefinito.
Samsung, interpellata da Reuters ha commentato: “Se determiniamo che un prodotto ha dei problemi, Samsung intraprenderà immediatamente azioni approvate dalla CPSC (U.S. Consumer Product Safety Commission) per risolvere la situazione”. Parole confortanti ma che si scontrano con un certo imbarazzo degli stessi operatori telefonici a loro volta danneggiati dallo scandalo. AT&T e T-Mobile hanno immediatamente bloccato le vendite dei dispositivi invitando gli utenti a preferire altri apparecchi. L’invito alla sostituzione con altre marche e modelli avviene anche in caso di sostituzione. Stessa decisione è stata presa anche da Verizon e Sprint . Una decisione forse fin troppo cautelativa che getta ulteriore benzina sulle fiamme (è il caso di dirlo) che avvolgono Samsung.
I casi noti in tutto il mondo di autocombustioni di Note 7 sono già sette, uno dei più recenti è avvenuto in Minnesota ai danni di una ragazza di appena 13 anni. Le indagini approfondite spesso citate da Samsung non ancora prodotto risposte soddisfacenti. Nel frattempo, però, le azioni dell’azienda hanno subito un calo del 3,3 per cento , un bel tonfo se comparato con un meno 0,1 per cento del resto del mercato.
Mirko Zago