Nell’ultimo trimestre finanziario, secondo le stime che anticipano l’annuncio dei numeri ufficiali, Samsung ha segnato un fatturato da 47mila miliardi di won coreani ed un profitto operativo di 4.100 miliardi di won (poco meno di 4 miliardi di dollari e poco più di 3 miliardi di euro).
Si tratta di un risultato affatto confortante per la coreana, che rispetto ai 7,19 trilioni di won dell’anno scorso scende quasi del 60 per cento e che per la prima volta dal 2011 vede i suoi profitti calare .
A non far decollare i mesi tra luglio e settembre 2014 e a rosicchiare i guadagni sono le performance deludenti della divisione mobile, soprattutto a causa di margini di profitto sempre più sottili: segni di questo trend erano già emersi nella trimestrale precedente , ma ad aver inflitto un duro colpo potrebbe essere stato il lancio dei nuovi melafonini.
A far soffrire Samsung è, infatti, dal lato dei dispositivi high end la concorrenza di Apple, mentre da quello dei dispositivi di fascia bassa la concorrenza di Lenovo , Xiaomi e dei produttori cinesi in grado di offrire alternative a costi contenuti.
Insomma, Samsung sembra dover trovare una soluzione per sbloccare la situazione sul fronte mobile: il rischio è quello di ritrovarsi a combattere in un settore stagnante com’è da qualche anno quello dei laptop, mercato a cui Samsung ha già rinunciato in Europa, o di rimanere staccata come già successo a Sony .
Tra le speranze di Samsung per i prossimi mesi c’è il lancio del phablet Galaxy Note 4, presentato all’IFA , che potrebbe farle guadagnare qualche posizione per quanto riguarda i tablet: la grandezza degli schermi dei nuovi iPhone – che hanno raggiunto e superato quella dei dispositivi Galaxy – è stato infatti individuato tra i fattori critici per la domanda della coreana ed il nuovo device potrebbe da questo punto di vista rappresentare un’alternativa rilevante.
A rassicurare in parte Samsung è poi la divisione chip, che continua a crescere, e che ha spinto la coreana ad espandere il business investendo 14,7 miliardi di dollari in una nuova infrastruttura per la relativa produzione a sud di Seul.
Claudio Tamburrino