Samsung ha annunciato di aver dimostrato per la prima volta al mondo il funzionamento di un sistema di elaborazione basato su MRAM (Magnetoresistive Random Access Memory). I risultati della ricerca, pubblicati su Nature il 12 gennaio, mostrano che è possibile unire processore e memoria sullo stesso chip.
MRAM per il computing in-memory
Nell’architettura standard dei computer i dati sono conservati nella DRAM, mentre l’elaborazione viene effettuata dalla CPU. I due chip sono quindi separati. Nel cosiddetto “in-memory computing“, invece, entrambe le operazioni avvengono sullo stesso chip. Ciò consente di elaborare una grande quantità di dati, senza spostarli da un chip all’altro. Inoltre, l’esecuzione sfrutta l’elevato parallelismo e i consumi sono inferiori.
In tutto il mondo sono in corso ricerche sull’elaborazione in memoria, utilizzando principalmente PRAM (Phase-change Random Access Memory) e RRAM (Resistive Random Access Memory). Nonostante le sue caratteristiche (velocità, durata e produzione su larga scala), le MRAM (Magnetoresistive Random Access Memory) sono state poco sfruttate perché la bassa resistenza impedisce di ottenere vantaggi dall’efficienza energetica.
I ricercatori di Samsung ha trovato una possibile soluzione, sviluppando un chip MRAM basato sull’architettura “resistance sum“, invece della standard “current sum”. Il team di ricerca ha testato le prestazioni del chip durante l’esecuzione di calcoli IA, rilevando una precisione del 98% nella classificazione di cifre scritte a mano e del 93,3% nella rilevazione di volti nelle scene.
La MRAM può essere realizzata con le stesse tecniche usate per i processori, quindi potrebbe essere sfruttata per i prossimi chip a basso consumo dedicati all’intelligenza artificiale.