Samsung ha rassicurato gli ambientalisti sulle procedure di smaltimento dei Galaxy Note 7 ritirati dal mercato per i noti problemi di autocombustione. L’azienda, che fino ad ora era stata nebulosa sulle modalità di smaltimento, ha fatto sapere che sono al vaglio tre misure volte a minimizzare l’impatto ambientale: ricondizionare gli smartphone da rivendere o da dedicare al mercato del noleggio; riutilizzare alcune componenti interne per ricavarne sample da esposizione; riciclare i metalli preziosi con metodi innovativi. Con l’occasione Samsung ha ribadito anche la volontà di adottare piani di ricerca e sviluppo con un occhio di riguardo all’impatto ambientale .
I dispositivi ritirati sono stati circa 4,3 milioni in tutto il mondo con un piano di ritiro che sarebbe costato oltre 1 miliardo di dollari. La prima proposta di Samsung che considera di rimettere in circolazione i Note 7 ricondizionati rappresenterebbe una misura a sicuro vantaggio dell’ambiente ed economicamente vantaggiosa. L’immissione sul mercato sarà però subordinata al via libera da parte delle autorità, che non si sono ancora espresse in merito. La stessa Samsung ha comunicato a The Verge che “i dettagli sul prodotto, incluso il nome, specifiche tecniche e prezzo sarà annunciato quando il dispositivo sarà disponibile”. L’azienda escluderebbe però che questi apparecchi, riparati e ribrandizzati, possano essere distribuiti sul mercato statunitense.
L’iniziativa ambientalista anticipa il lancio del nuovo Galaxy 8 ed è probabile che sia nata proprio a seguito di una campagna di sensibilizzazione di Greenpeace sostenuta anche da una petizione online , che ha raggiunto il suo apice nell’ interruzione di una presentazione Samsung in occasione del Mobile World Congress di Barcellona. L’organizzazione ambientalista ha commentato così la decisione di Samsung: “l’annuncio è il primo passo che mostra l’impegno verso un nuovo percorso per riciclare smartphone, partendo dai Note 7. Greenpeace accerterà che Samsung tenga conto delle milioni di voci dei nostri sostenitori e rispetti il suo impegno”.
La riconquista della fiducia del pubblico, dopo un danno d’immagine costato circa 3 miliardi di dollari , passa anche attraverso la maggior attenzione per i problemi ambientali. In passato purtroppo la gestione della spazzatura tecnologica non è stata trattata con la stessa attenzione. Un decennio di utilizzo e la rapida dismissione di smartphone ha creato enormi problemi ambientali e una montagna di 50 milioni di tonnellate di rifiuti, come approfondito nel documento “From Smart to Senseless: The Global Impact of Ten Years of Smartphones” elaborato da Greenpeace USA.
Qualcuno ricorderà le cartucce Atari ritrovate seppellite nel deserto del New Mexico. Questa volta le prospettive sono migliori.
Mirko Zago