Samsung vuol virtualizzare Windows su mobile

Samsung vuol virtualizzare Windows su mobile

Il colosso sudcoreano brevetta la virtualizzazione delle applicazioni Windows su gadget mobile, una soluzione affatto innovativa (almeno su PC) e dalla utilità pratica tutta da dimostrare
Il colosso sudcoreano brevetta la virtualizzazione delle applicazioni Windows su gadget mobile, una soluzione affatto innovativa (almeno su PC) e dalla utilità pratica tutta da dimostrare

Il nuovo brevetto di Samsung descrive quella che può essere classificata come una versione giocata sul software della virtualizzazione di un sistema operativo, una modalità di utilizzo in grado di fornire accesso a un secondo OS sul piccolo schermo di un gadget mobile attraverso l’apposita app.

Le virtual machine che fanno girare più sistemi operativi in contemporanea sono la norma già da anni, almeno su computer, e possono in tal senso contare su estensioni e componenti hardware specifici da lungo tempo integrati dai produttori (cioè Intel e AMD) nelle rispettive CPU x86.
Quello che Samsung descrive nel proprio brevetto è invece un approccio tutto software , anche se il risultato dovrebbe essere lo stesso: la corporation esemplifica l’utilità del tutto parlando di Android come OS ospite e di Windows (x86) come ambiente virtualizzato accessibile sullo stesso schermo.

Immagine dal brevetto

La virtualizzazione su gadget Android non è però limitata a Windows, dice Samsung, visto che in teoria è possibile accedere a qualsiasi OS “secondario” inclusi Tizen, OS X e gli ambienti basati su kernel Linux . L’OS virtualizzato può essere controllato tramite touch screen o anche con mouse e tastiera laddove possibile.

Samsung scommette ancora una volta sulla versatilità offerta dall’uso di due ambienti diversi su uno stesso gadget mobile, un’offerta che in passato aveva già portato alla commercializzazione dell’ ibrido Ativ Q capace di far girare sia Android che Windows 8. L’accesso del software per computer (x86) da gadget mobile potrebbe rappresentare una prospettiva allettante soprattutto per il settore enterprise, ma il passaggio dai brevetti all’hardware alle vendite vere e proprie non è certo automatico né garantito.

Alfonso Maruccia

Fonte immagine

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
7 set 2016
Link copiato negli appunti