Un editoriale pubblicato dal New York Times introduce la marcia funebre per l’esperimento condotto entro i confini di El Salvador per l’introduzione del Bitcoin come moneta corrente. Una disamina equilibrata che non getta sulle spalle del Bitcoin tutte le colpe per l’attuale grave situazione economica del Paese, ma che lucidamente vede in questo fallimento la caduta della grande speranza su cui il leader Nayib Bukele ha costruito la propria immagine.
Che fosse un azzardo era cosa nota e la caduta del valore dei Bitcoin ha fatto saltare il banco prematuramente. Bukele non si è comunque mai tirato indietro, proseguendo la propria scommessa al rialzo: più scende il Bitcoin, più è alto il guadagno potenziale futuro, maggiori sono i nuovi acquisti. Il ragionamento fila e potrebbe farlo qualunque investitore: approfittare delle quotazioni ridotte della criptovaluta per aprirsi un wallet e sperare in un rimbalzo che moltiplichi i guadagni. Ragionamento lecito? Un azzardo decisamente grande, ma qualcosa che ognuno, nel privato ed in virtù del libero arbitrio sul proprio denaro, può compiere (sperando in ragionamenti proporzionati al quantitativo dei propri risparmi, alla proporzione del rischio ed all’approccio da “buon padre di famiglia). Governare uno Stato è però cosa di ben differente e gestire l’economia di un Paese è qualcosa di profondamente diverso.
Un miraggio che sfuma
Secondo i dati forniti al New York Times, il popolo non ha seguito Bukele, San Salvador non diventerà la capitale mondiale delle criptovalute ed il Paese è rimasto ben lontano da questa valuta in caduta libera. Pochissimi gli scambi, minimo il volume dei movimenti, irrisorio l’impatto complessivo. Se l’economia di El Salvador crolla non è tuttavia solo colpa del Bitcoin: la situazione era già precaria prima di questo esperimento e lo è a maggior ragione dopo la caduta di questa chimera. Ogni volta che il Bitcoin si svaluta, a svalutarsi sono le speranze di un Paese povero che in questo tentativo – pur avversandolo – appendeva i propri ultimi auspici di ripresa.
Il rischio è che ora tutto si trasformi però in una questione di bandiera per Bukele, il cui crescente autoritarismo si è fatto scudo della propria arrembante politica economica votata ad un futuro che nessun altro Paese al mondo ha però fin qui ancora mai visto. Mentre Bukele fa comprare nuovi Bitcoin ed il Bitcoin continua la propria discesa, le casse di uno stato povero si perdono come il wallet di tanti risparmiatori delusi da questo trend. Con il senno del poi, uno Stato di cui le cronache internazionali parlano per il miraggio dei Bitcoin potrebbe improvvisamente riscoprirsi come un inferno di democrazia che proprio sulla leggerezza del proprio approccio economico avrebbe dovuto disvelare la miseria della propria politica.
Non è colpa del Bitcoin, insomma. Non solo, non in modo decisivo: ben altre sono le falle del sistema, ben altri i problemi che gravano sul futuro di questo popolo. Ma il modo in cui la criptovaluta è stata gestita ed elevata a “el salvador” della patria racconta molto di ciò che sta accadendo ora che il Paradiso del Bitcoin si sta svelando come un miraggio – che più ti avvicini, più scompare.