SanDisk e Toshiba hanno firmato una nota d’intenti non vincolante che ridimensionerà la quota di partecipazione di SanDisk alle due joint venture in essere con la propria partner giapponese, joint venture finalizzate alla produzione di memorie NAND flash.
Più nel dettaglio, il produttore californiano cederà a Toshiba il 30% della capacità produttiva delle fabbriche di Yokkaichi Operations, gestite dalle joint venture Flash Partners e Flash Alliance: in questo modo la quota di proprietà di Toshiba passerà al 65%. Oggi le due società partecipano alle due joint venture con quote di egual misura.
Non sorprende il fatto che questa mossa arrivi a un mese di distanza dal rifiuto, da parte di SanDisk, di un’offerta non sollecitata della coreana Samsung . All’epoca Toshiba preannunciò “azioni preventive” per impedire che Samsung, primo produttore al mondo di memorie flash, potesse lanciare una scalata alla propria partner.
Con questo accordo SanDisk spera di difendersi dalle pressanti avance di Samsung e, nello stesso tempo, rafforzare il proprio bilancio patrimoniale. Nel complesso, l’azienda stima che l’incasso e la riduzione dei costi di leasing dei macchinari ammonteranno a circa un miliardo di dollari.
“Apprezziamo il forte supporto che, con questo accordo, Toshiba ha dimostrato nei confronti di SanDisk”, ha commentato Eli Harari, chairman e CEO di SanDisk. “Da questa operazione ci aspettiamo una riduzione delle spese, un rafforzamento della nostra posizione finanziaria e un incremento della flessibilità commerciale mantenendo l’economia di scala delle Fab 3 e 4”.
Tutto ciò avviene a ridosso della decisione, da parte di Micron , di abbandonare la produzione delle memorie NAND flash perché, a suo dire, non sarebbero più redditizie. “La combinazione del calo della domanda da parte dei clienti e dell’offerta eccedentaria di prodotti sul mercato, ha causato un considerevole abbattimento dei prezzi di vendita delle memorie flash NAND al di sotto dei costi di produzione”, si legge in questo comunicato .