Avvio burrascoso per la vita commerciale di Sandy Bridge , la nuova microarchitettura a 32 nm di casa Intel presentata ai margini del CES 2011 : i chipset che accompagnano le CPU Core (iX) di seconda generazione sono affetti da un grave baco nella gestione dei canali di comunicazione con le periferiche per lo storage di massa . Il chipmaker di Santa Clara conferma di aver circoscritto il problema e la sua causa, attivandosi per il richiamo e la sostituzione dei pezzi difettosi e correggendo leggermente al ribasso le stime di crescita dell’anno fiscale in corso.
Stando a quanto sostiene Intel, i controller Serial-ATA integrati nei chipset P67 e H67 per CPU i5 e i7 (nome in codice “Cougar Point”) potrebbero nel tempo manifestare una degradazione nella gestione dei flussi dati. Il risultato sarebbe una percepibile riduzione delle prestazioni, anche se il chipmaker si affretta a rassicurare sul fatto che l’affidabilità nella lettura e scrittura delle informazioni (su HDD, DVD, BD-ROM e quant’altro) dovrebbe risultare comunque inalterata.
L’errore identificato da Intel è di quelli “di design”, impossibili da correggere con un semplice driver software ed è per questo che il chipmaker ha subito avviato una nuova produzione assieme a un piano di sostituzione dei componenti già commercializzati.
Forte del fatto che i sistemi già in possesso degli utenti finali sono “relativamente pochi”, Intel offre supporto attraverso i partner OEM e garantisce di farsi carico di tutte le spese necessarie a risolvere l’ impasse . La società prevede di tornare alla piena produzione entro la fine di febbraio.
Il fatto che Intel si sia mossa di buona lena per mettere una pezza (commerciale e tecnologica) all’ ennesimo baco scovato nel suo hardware informatico, a ogni modo, non significa che il fattaccio non avrà conseguenze sul business del colosso statunitense: Santa Clara ha già fatto sapere che il costo complessivo per la sostituzione dei componenti difettosi e la mancata vendita dovuta al blocco della produzione ammonterà a 1 miliardo di dollari . Non una cifra astronomica, considerando i risultati da record conseguiti durante l’ultimo anno fiscale.
Alfonso Maruccia