Quando finalmente la microarchitettura Sandy Bridge farà la sua comparsa al Consumer Electronic Show di gennaio, in molti chiederanno a Intel spiegazioni sulla reale portata della tecnologia nota come “Anti-Theft 3.0” . Una tecnologia annunciata in sordina e che fa discutere per la capacità di disabilitare la CPU da remoto.
Anti-Theft è un sistema già presente da anni all’interno della componentistica Intel, ma la terza versione della tecnologia dovrebbe essere la prima fortemente integrata nel microprocessore centrale: grazie ad Anti-Theft 3.0 gli utenti avranno a disposizione un vero e proprio “kill switch” con cui disabilitare la CPU da remoto, indipendentemente dalla presenza di una connessione a Internet o allo stato di accensione del sistema.
Il management di Intel parla di Anti-Theft come di una garanzia sulla salvaguardia dei dati digitali degli utenti nel caso in cui il PC – prevedibilmente un laptop – venisse smarrito o capitasse nelle mani di un ladro/malintenzionato.
Ma a destare preoccupazione è l’effettiva portata di Anti-Theft, l’eventuale facilità con cui si potrebbe bypassare il blocco – estraendo ad esempio l’hard disk per collegarlo a un sistema terzo – e la possibilità che il “kill switch” sia più o meno configurabile, sia più o meno disponibile a soggetti esterni – o a Intel stessa? – rispetto all’utente che ha acquistato il sistema.
Alfonso Maruccia