Com’era ampiamente prevedibile, il baco individuato da Intel nei chipset per processori Sandy Bridge ha dato origine a una reazione a catena che sta lasciando in panne l’intero mercato OEM dei PC e della componentistica . Un mercato che dovrà necessariamente fermarsi anche se per un breve periodo, con le prevedibili conseguenze sui bilanci il rinnovo dei prodotti già programmato dai maggiori produttori.
Parlando di meri numeri, quando Intel ha comunicato l’individuazione del baco erano già stati venduti 500mila computer con schede madri basate su chipset Cougar Point . Ora quei computer dovranno essere sostituiti, rimborsati o riparati a scelta del consumatore, e Intel ha ancora una volta ribadito che Santa Clara non ha alcuna intenzione di farsi carico delle fasi “al dettaglio” dell’operazione.
Il chipmaker è ben disposto a coprire i soli costi commerciali della sostituzione, ma l’onere del rapporto con il cliente finale spetterà comunque ai produttori OEM . Samsung ha già fatto sapere che sostituirà i pezzi difettati ai clienti che ne facessero richiesta, e ora anche Dell e HP si dicono pronte a sostituire, rimborsare e comunque far ricadere l’incidente sotto la copertura delle garanzia allegata ai prodotti .
I due colossi statunitensi dei Personal Computer Wintel comunicano di essersi visti costretti a interrompere la produzione dei nuovi sistemi basati su microarchitettura Sandy Bridge e chipset Intel, mentre nessuno sembra al momento disposto a fornire una stima numerica sui danni finanziari che l’incidente necessariamente porterà ai bilanci aziendali.
E se qualcuno ipotizza che l’ affaire Sandy Bridge possa far ritardare la presentazione e la commercializzazione dei nuovi iMac e MacBook Pro da parte di Apple, sul fronte componentistica si muovono anche i quattro maggiori produttori di schede madri (ASUS, Gigabyte, MSI, Asrock) bloccando la commercializzazione dei prodotti basati su Cougar Point e rimborsando o sostituendo le unità difettate .
Alfonso Maruccia