A tutti è successo di dover rileggere una seconda volta un testo o un articolo (magari questo) per comprenderne appieno il significato, perché una volta giunti al termine o a fine paragrafo già ci si è scordati di quanto scritto in precedenza. Memoria poco allenata? Scarso livello di attenzione? Eccessiva fretta di arrivare al punto? Dubbia capacità dell’autore? Tutte ipotesi plausibili, ma parte della responsabilità potrebbe dover essere attribuita al font o al carattere impiegato.
Il font Sans Forgetica
È quanto sostengono i ricercatori della RMIT University di Melbourne, che al termine di uno studio hanno siglato una partnership con un team di designer al fine di creare un font che sappia innalzare il livello di attenzione del lettore e di conseguenza migliorare l’apprendimento del testo. Si chiama ironicamente Sans Forgetica ed è quello utilizzato sia per l’immagine in cima a questo pezzo sia in quella seguente. Come si nota fin dal primo sguardo, i singoli caratteri sono privati di una loro parte, il che costringe a uno sforzo in più per interpretarli. Lo si può scaricare in download gratuito e utilizzare liberamente.
Sebbene possa sembrare paradossale, il maggiore impegno richiesto durante la lettura si traduce in un livello di concentrazione maggiore e di conseguenza in una migliore memorizzazione del testo. Ecco quanto affermano gli autori del progetto.
Il cervello cerca in modo automatico di completare le forme e facendolo rallenta la lettura, attivando al tempo stesso la memoria.
Funziona?
Ci troviamo davanti all’ennesimo esercizio di stile in fatto di design oppure Sans Forgetica è davvero efficace e utile per l’apprendimento? A quanto pare funziona. Lo dimostrerebbe una ricerca condotta con l’ausilio di 400 studenti universitari: i soggetti hanno ricordato (in media) il 57% dei testi scritti con questo particolare font e il 50% di quelli redatti con il più tradizionale Arial.
Ad ogni modo non si tratta di un progetto creato con l’intento di un impiego nel mondo dell’editoria, ma che potrebbe tornare utile per testi brevi, soprattutto nell’ambito educativo. A sottolinearlo è uno dei suoi responsabili, Stephen Banham, intervenuto al proposito sulle pagine del Guardian.
Certo che no, non vorreste vederlo stampato in un romanzo, vi provocherebbe probabilmente un mal di testa.
Per arrivare al risultato finale ci sono voluti circa sei mesi di lavoro, passando da tre differenti versioni del font durante le fasi di test.