Britannico, da anni combatte con tutte le proprie energie per evitare di essere estradato negli Stati Uniti. È Gary McKinnon, smanettone finito agli onori delle cronache per aver bucato una quantità di server governativi e istituzionali negli USA e finito in carcere perché accusato di aver causato danni ingenti ai sistemi informativi di NASA e Pentagono. Ora McKinnon, che più volte ha ribadito di aver solo cercato informazioni sugli UFO e che sostiene di venire preso di mira per questa ragione, ha perso anche l’ultima speranza di rimanere nel Regno Unito.
Il suo appello alla Camera dei Lord è stato respinto , le tesi con cui ha tentato di difendersi, la spiegazione di quanto più severamente potrebbe essere condannato negli USA piuttosto che in UK, non hanno convinto i Lords, che ritengono l’estradizione inevitabile.
Gli Stati Uniti la chiedono da lungo tempo, avrebbero voluto fare di McKinnon (nella foto qui sopra) un caso esemplare, sperando di far cascare sulla sua testa grazie alle proprie severissime leggi una condanna che potesse mandare un messaggio a chiunque si intrattiene violando server governativi insufficientemente protetti. Tra qualche tempo potranno sottoporlo a processo , ma gli anni delle sue scorribande telematiche sono ormai passati e non è detto che una sentenza anche severa possa sortire ancora oggi l’effetto sperato.
McKinnon viene accusato dal Governo statunitense di aver voluto operare ai danni delle istituzioni del paese. Gli avvocati del cracker 42enne hanno scritto che ci si è dimenticati del fatto che McKinnon “non è un terrorista né un simpatizzante di terroristi” e hanno sottolineato che “il suo caso avrebbe potuto essere gestito direttamnente dai procuratori britannici”.